Un team internazionale di astronomi ha scoperto, per caso, uno dei resti di supernova più grandi e vicini a noi, una struttura con una dimensione di circa 130 anni luce e distante 4.200 anni luce dalla Terra.
I resti di supernove sono strutture diffuse costituite dal materiale residuo lasciato dalle gigantesche esplosioni, le supernove appunto, con cui le stelle massicce pongono fine al loro ciclo vitale.

SNR G288,8-6,3, così si chiama la struttura diffusa ora scoperta, è posizionato a circa 456 anni luce sopra il piano galattico della Via Lattea ed è stasa individuata casualmente grazie a osservazioni dell’Australian Square Kilometer Array Pathfinder (Askap).

Lo studio, ancora in fase di pubblicazione, potrebbe fornire indizi fondamentali per comprendere la storia evolutiva della Via Lattea. I resti di supernova hanno, infatti un ruolo chiave nell’evoluzione delle galassie.
Queste strutture contengono materiale espulso dall’esplosione stellare, ma anche altro materiale interstellare travolto dal passaggio dell’onda d’urto della stella esplosa. Proprio la dispersione degli elementi pesanti prodotti nell’esplosione della supernova e l’energia tramite cui il residuo di supernova riscalda il mezzo interstellare costituiscono due fattori fondamentali nell’evoluzione galattica.

La scoperta di SNR G288,8-6,3 è stata effettuata utilizzando 36 antenne Askap, nell’ambito dell’indagine ASKAP-Evolutionary Map of the Universe (Emu). Questo resto di supernova è caratterizzato da una sua bassa luminosità, da cui i ricercatori stimano una sua età di circa 13.000 anni.

«Futuri studi polarimetrici e multifrequenza approfonditi miglioreranno la nostra conoscenza di questo oggetto galattico di grandi dimensioni angolari», affermano i ricercatori.

 

Immagine in evidenza: immagine Askap del resto di supernova galattico G288.8-6.3. Crediti: Filipović et al., 2023.