Si muove a velocità estrema viaggiando a circa sei milioni di chilometri all’ora dopo essere stata espulsa dal buco nero al centro della Via Lattea, cinque milioni di anni fa. La stella da record, è nota come S5-hvs1 si trova nella Costellazione della Gru, ed è stata scoperta da un team della Carnegie University che partecipa alla collaborazione internazionale Southern Stellar Stream Spectroscopic Survey (S5). Lo studio, è stato realizzato grazie ai dati raccolti dal telescopio anglo-australiano Aat e dal satellite Esa Gaia, ed ha dimostrato che S5-hvs1 è ben dieci volte più veloce della maggior parte delle stelle che popolano la nostra galassia.

S5-hvs1 è unica nel suo genere non solo per la rapidità con cui sfreccia, ma anche per il suo passaggio relativamente vicino alla Terra  a ‘soli’ 29 mila anni luce. Grazie a queste informazioni, gli astronomi potrebbero essere in grado di tracciare il suo viaggio nella Via Lattea e di conoscere in modo più approfondito il centro della galassia, dove si cela il buco nero supermassiccio Sagittarius A.

«La scoperta di questa stella è interessante sotto molti punti di vista- spiega Sergey Koposov, autore dello studio – sospettavamo da tempo che i buchi neri potessero espellere stelle con velocità molto elevate, ma non abbiamo mai avuto una correlazione così stretta tra una stella e il nostro centro galattico».

Cosa ha reso S5-hvs1 così veloce? Con molta probabilità la stella aveva una compagna in un sistema binario: successivamente, le due sono state attratte dal buco nero e la stella compagna ne è stata risucchiata mentre S5-hvs1 è stata espulsa a una velocità sorprendente. Ma non è tutto, secondo gli astronomi, S5-hvs1 è interessante  proprio perché si è formata al centro della nostra galassia, un ambiente di cui sappiamo ancora poco.

La Southern Stellar Stream Spectroscopic Survey riunisce scienziati provenienti da Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Cile. I suoi principali obiettivi comprendono l’osservazione dei flussi stellari, delle galassie nane e degli ammassi globulari. Lo studio su S5-hvs1 è stato realizzato solo con alcune risorse di riserva che –  grazie ai risultati promettenti – verrano utilizzate nuovamente per scrutare le attività spettacolari che interessano il nostro centro galattico.

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