Sono tra gli oggetti celesti che più affascinano l’uomo, testimoni silenti del nostro passato più remoto. Stiamo parlando degli asteroidi, protagonisti di un nuovo ed interessante studio pubblicato su Nature Astronomy.
La ricerca, condotta da un team dell’Università di Curtin e finanziata dalla Nasa, ha mostrato come le molecole d’acqua possono rigenerarsi sugli asteroidi. Una svolta importante che potrebbe essere applicata ad altri corpi nel Sistema Solare.
Attraverso l’analisi del meteorite Murchison, caduto a Victoria, in Australia, 50 anni fa, il team ha simulato le condizioni meteorologiche e termiche presenti sulla superficie degli asteroidi. Venti solari e impatti di piccoli corpi sono stati riprodotti in laboratorio attraverso elettroni energizzati e uno strumento laser, monitorando al contempo i livelli di molecole d’acqua in superficie. Gli impatti unitamente all’effetto del vento solare, hanno scavato la superficie lasciando aderire ossigeno non condensato e atomi di idrogeno, creando l’acqua.
«Il risultato dello studio potrebbe avere implicazioni potenzialmente significative perché sappiamo tutti che la disponibilità di acqua nel Sistema Solare è un elemento estremamente importante per l’abitabilità nello spazio», ha commentato l’autrice principale dello studio Katarina Mikjkovic, dell’Università di Curtin. «Questo complesso processo di rigenerazione delle molecole di acqua superficiale potrebbe anche essere un possibile meccanismo per ricostituire l’approvvigionamento idrico su altri corpi senz’aria, come la Luna».