A parità di peso, la seta prodotta dai ragni per intessere la loro tela è più resistente dell’acciaio. Da tempo gli scienziati studiano le straordinarie proprietà di questo materiale, la cui struttura molecolare è composta da migliaia di nanofibrille proteiche poste l’una a fianco all’altra fino a formare un unico filamento estremamente robusto.
Una caratteristica che potrebbe risultare preziosa nelle missioni spaziali, come suggerisce un team di ricerca dell’Università di Washington. Gli scienziati hanno messo a punto un nuovo metodo che utilizza batteri ingegnerizzati per produrre la seta di ragno e altre proteine simili presenti in natura. Queste ragnatele sintetiche potrebbero aiutare a sviluppare materiali molto più resistenti di quelli attualmente disponibili in diversi settori, dall’ingegneria alla medicina, fino ad arrivare all’esplorazione spaziale.
Lo studio, che vede la Nasa tra i finanziatori, è infatti in linea con il progetto dell’agenzia spaziale statunitense di addestrare gli astronauti a costruire strumenti utili alle missioni spaziali direttamente nello spazio, senza bisogno di trasportare una grande quantità di materiale – approccio particolarmente strategico in vista delle future missioni di lunga durata verso Marte.