Tra le decine di libri usciti in Italia per celebrare il mezzo secolo trascorso dal primo sbarco sulla Luna con la missione Apollo 11, spicca quello di un giornalista non addetto ai lavori. A cimentarsi in questa impresa è Bruno Vespa famoso per essere stato direttore del TG1 e per la sua trasmissione “Porta a porta” che conduce dal 1996.
Nonostante non sia un testimone frequentatore del mondo spaziale, Vespa ha scritto un buon testo andando a prendere gli spunti più curiosi da diverse letture e intervistando Tito Stagno che tra il 20 ed il 21 luglio del 1969 fu il conduttore della diretta televisiva della Rai, della durata di oltre 25 ore, che commentò la discesa degli astronauti sul nostro satellite terrestre, comprensiva di lite con Ruggero Orlando, lite che oggi ha una versione ufficiale che dà ragione ad entrambi.
Nel suo lavoro Bruno Vespa ha sicuramente fatto tesoro dei due libri di Oriana Fallaci dedicati al prima e al dopo l’avventura dell’Apollo 11, oltre che del libro The First Man di James Hansen, da cui è stato tratto l’omonimo film che descrive la vita di Neil Armstrong. D’altronde non poteva esserci scelta diversa: sono passati 50 anni da quell’avvenimento e la cronaca, fatti ed aneddoti, sono scritti ormai sulla pietra. L’averli saputi raccogliere è però sapiente, come la scelta di dedicare uno spazio all’Italia e a Marte. Anche se sull’Italia vi è qualche imprecisione (Vittori non è l’unico ad aver volato tre volte nello spazio tra gli italiani, vi è anche Nespoli che ha concluso il suo terzo volo nel 2017, e lo stesso Vittori è ancora in servizio attivo come Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano).
Un limite è un certo accentramento delle attività spaziali in relazione all’astronauta, quando, come ci insegna l’impresa della missione Apollo, la conquista dello spazio è stato ed è frutto del lavoro e del contributo di decine, centinaia di migliaia di persone.
L’ultimo capitolo del volume “Da Dante a Borges, la Luna dei sogni” racconta come scrittori, poeti, registi e musicisti hanno subito il fascino che emana e non solo a loro, il nostro satellite naturale.
Abituati a vedere Bruno Vespa autore di volumi dedicati alla politica o al costume italiano, trovarsi davanti un libro che rievoca la storica impresa lunare lascia inizialmente sorpresi. Il risultato è però positivo, se lo si pensa rivolto ad un pubblico lontano da tali argomenti, come è ipotizzabile sia stato l’intento dell’autore. Sicuramente, però, non ha nulla da dire di nuovo agli appassionati di quella avventura e dell’avventura spaziale in generale.