Si trova nella costellazione del Pesce Volante, a circa 35 anni luce di distanza dalla Terra, e le sue dimensioni – intermedie tra quelle di Marte e della Terra – gli hanno fatto conseguire il record di esopianeta più piccolo tra quelli scovati dalla missione Tess (Transiting Exoplanet Survey Satellite) della Nasa: il primatista in questione, grande circa l’80% della Terra, è L 98-59b. Il pianeta, che ha strappato il record al ‘collega’ Hd 21749c, è al centro del saggio “The L 98-59 System: Three Transiting, Terrestrial-size Planets Orbiting a Nearby M Dwarf”, pubblicato ieri su The Astronomical Journal. L’indagine ha coinvolto un team internazionale di 60 ricercatori, coordinati dal Goddard Space Flight Center della Nasa; nella squadra c’è anche un tocco tricolore, visto che hanno partecipato allo studio rappresentanti dell’Università di Napoli Federico II e dell’Osservatorio Astronomico di Campo Catino.

Il corpo celeste orbita intorno a L 98-59, una stella fredda, brillante e relativamente vicina, in termini astronomici; al ‘girotondo’ partecipano anche altri due pianeti, denominati L 98-59c e L 98-59d, le cui dimensioni sono rispettivamente 1,4 e 1,6 volte quelle della Terra. I tre oggetti, che insieme alla stella costituiscono il sistema di L 98-59, sono stati scoperti da Tess tramite il metodo del transito. L’astro è stato classificato come ‘nana M’ ed è caratterizzato da una massa che non supera le dimensioni di quella del Sole, mentre la temperatura di superficie è inferiore del 70% rispetto a quella della nostra stella. Le nane M sono piuttosto comuni nella Via Lattea e due esemplari celebri di questa categoria sono Trappist-1, che ospita un sistema di sette pianeti di dimensioni terrestri, e Proxima Centauri, per la quale è momento è stata confermata l’esistenza di un solo pianeta.

Nessuno dei tre mondi di L 98-59 si trova nella cosiddetta zona abitabile: L 98-59b, oltre ad essere il più piccolo, è il più interno ed orbita ogni 2,25 giorni, ricevendo dalla sua stella una quantità di energia pari a 22 volte quella che il Sole riversa sulla Terra. Anche il pianeta intermedio e quello esterno non risultano climaticamente ‘appetibili’: L 59-98c orbita ogni 3,7 giorni e viene comunque bombardato di radiazioni, pari alla metà di quello che subisce il compagno più interno, mentre ne riceve solo 4 volte più della Terra il relativamente lontano L 98-59d, che orbita ogni 7,5 giorni. Il terzetto si trova in una fascia che gli astronomi chiamano ‘zona di Venere’ (Venus zone): si tratta di un’area a distanza ridotta dalla stella ospite, che potrebbe influenzare fortemente l’atmosfera di un pianeta, rendendola simile a quella di Venere. I pianeti mignon come L 98-59b sono difficili da identificare e quindi la scoperta costituisce un brillante traguardo scientifico per Tess, anche se per studiarne l’atmosfera occorreranno gli strumenti all’avanguardia del telescopio Webb, che dovrebbe essere lanciato nel marzo 2021. Gli autori dell’articolo ritengono la scoperta apra nuovi scenari di ricerca sui sistemi planetari che ‘sbocciano’ intorno alle nane M e che da questi esopianeti possano derivare dati utili per capire perché Venere e la Terra abbiano avuto un’evoluzione differente.