Un tempo era chiamato il ‘Terzo Polo’ della Terra per la vastità della sua coltre glaciale, mentre ora fa notizia per il cambiamento climatico che lo minaccia con pesanti conseguenze per l’uomo e gli ecosistemi: si tratta dell’Himalaya, il sistema montuoso dell’Asia Centrale che vede intaccato il suo patrimonio di ghiacciai ed è tenuto sistematicamente sotto controllo dallo spazio (in alto – credits: Joshua Maurer). La perdita di ghiaccio nel corso degli anni è al centro di nuovo studio, coordinato dalla Columbia University e appena pubblicato su Science Advances (articolo: “Acceleration of ice loss across the Himalayas over the last 40 years”). La ricerca analizza l’andamento dei ghiacciai per poco più di 40 anni, dal 1975 al 2016, avvalendosi di dati satellitari che hanno permesso di realizzare un quadro esaustivo della situazione: dal 2000 in poi, il ritmo dello scioglimento è raddoppiato rispetto al venticinquennio precedente. La perdita complessiva dovrebbe ammontare a circa un quarto del patrimonio glaciale himalayano, che tuttavia può ancora vantare circa 600 miliardi di tonnellate di ghiaccio.
Quello della Columbia University non è il primo studio dedicato a questo tema, ma è quello più organico; indagini precedenti, infatti, erano limitate a determinate aree o a singoli ghiacciai e hanno prodotto spesso risultati contraddittori. Gli studiosi hanno analizzato le immagini di 650 ghiacciai, distribuiti su un’area di 2mila chilometri da ovest ad est. La maggior parte dei dati dal 1975 al 2000 proviene da satelliti spia statunitensi (come Kh-9 Hexagon), mentre per il periodo dal 2000 in poi sono stati utilizzati quelli raccolti dai satelliti per Osservazione della Terra; per poter armonizzare le informazioni più vecchie con quelle più recenti i ricercatori hanno fatto uso di modelli 3D. La comparazione tra dati ha messo in evidenza che tra il 1975 e il 2000 i ghiacciai hanno perduto in media 0,25 metri all’anno, mentre dal 2000 in poi il fenomeno ha conosciuto un’accelerazione per l’incremento delle temperature, raggiungendo il picco di circa mezzo metro ogni anno. Lo scioglimento non coinvolge tutti i ghiacciai allo stesso modo, anche a causa della topografia accidentata dei luoghi: ne sono particolarmente soggetti i depositi di ghiaccio posti a basse altitudini, dove in alcuni casi si è verificata la perdita record di 5 metri in un anno.
Oltre alle temperature, altri fattori minacciano la buona salute dei ghiacciai, come il declino delle precipitazioni in alcune aree e l’inquinamento atmosferico derivante dalla fuliggine prodotta dagli impianti industriali; la fuliggine, infatti, dopo essersi posata sulla superficie del ghiaccio, ne accelera lo scioglimento perché assorbe energia solare. I dati satellitari sono stati integrati da osservazioni sul campo, soprattutto per quanto riguarda le temperature che si confermano come la minaccia principale per i ghiacciai. L’eccessivo scioglimento, inoltre, ha creato un altro pericolo: ha colmato i laghi montani al punto da renderli una minaccia per le popolazioni locali perché ad alto rischio di straripamento. Anche se il ghiaccio dell’Himalaya non si scioglie con la stessa rapidità di quello delle Alpi, la situazione è comunque critica perché il sistema montuoso rappresenta per circa 800 milioni di persone la principale riserva idrica per l’acqua potabile, l’irrigazione e l’energia idroelettrica.