Le immagini satellitari sono una marcia in più per l’analisi dell’impatto dei terremoti e la gestione delle emergenze. Lo dice uno studio pubblicato on line il 6 giugno sulla rivista Remote Sensing. Non solo sismografi a terra, quindi, ma anche metodi geodetici con dati da satellite per determinare gli impatti di un sisma. Secondo i ricercatori della University of Iowa e dell’agenzia scientifica governativa U.S. Geological Survey, autori dello studio, i dati integrati, da terra e da satellite, danno più informazioni sui grandi terremoti e una più efficace risposta alle emergenze. Tanto che lo statunitense National Earthquake Information Center, Neic, usa i dati integrati per le guide operative destinate a soccorritori e disaster manager nella gestione delle catastrofi.
La messa a punto di modelli matematici sulle deformazioni del suolo mira a superare i limiti dei sismografi, che hanno un circoscritto raggio d’azione e che a volte non colgono la complessità degli eventi. L’analisi degli effetti nel breve periodo, con dettagli sul dove il terremoto si è verificato, sull’entità della deformazione della superficie, sulla localizzazione rispetto ai centri abitati “ha portato a una stima più accurata dei decessi e delle perdite economiche nelle settimane seguenti all’evento” ha detto Bill Barnhart, autore principale dello studio “Il sistema non è del tutto operativo, ma con la U.S. Geological Survey stiamo lavorando per rendere sistematici i monitoraggi con le immagini satellitari e le risposte del Neic alle catastrofi”.
Un caso tipico è quello del terremoto che ha colpito l’Indonesia nell’agosto 2018. Con l’elaborazione delle immagini radar è stato prodotto un modello che ha migliorato le stime di impatto del sisma e che ha prodotto un aggiornamento nel sistema di risposta alle catastrofi da parte della U.S. Geological Survey. A riprova che “l’approccio satellitare dà informazioni utili a beneficio della società“, commenta Barnahart.