Occhi puntati su un esopianeta extra large che avrebbe preso una ‘scorciatoia’ temporale per raggiungere l’attuale stazza: il colosso in questione si chiama Ci Tau b, si trova a circa 450 anni luce di distanza dalla Terra nella costellazione del Toro e fa parte della famiglia dei gioviani caldi (Hot Jupiter). Il pianeta, che orbita intorno alla stella Ci Tau, è al centro di uno studio presentato ieri al 234° convegno dell’American Astronomical Society, in corso a St. Louis (Missouri), e mirato ad indagarne il percorso evolutivo. La ricerca, che è stata coordinata dalla Rice University di Houston ed ha avuto il supporto della Nasa, sarà pubblicata su The Astrophysical Journal Letters; al momento è disponibile in pre-print su arxiv.org (articolo: “Co Detected in Ci Tau b: Hot Start Implied by Planet Mass and Mk”).
Ci Tau b ha una massa pari a 11,6 volte quella di Giove e la sua luminosità è circa 134 volte più debole rispetto alla sua stella ospite, che è particolarmente giovane da un punto di vista astronomico: il paradosso del gioviano caldo risiede appunto nell’antitesi tra l’età del suo astro (solo 2 milioni di anni) e le sue dimensioni ciclopiche. Gli autori dello studio, quindi, hanno cercato di capire quale sia stato il percorso evolutivo di Ci Tau b, che, tra l’altro, orbita molto vicino alla sua stella, compiendo il giro in nove giorni. Il gruppo di lavoro si è servito dello strumento Igrins (Immersion Grating Infrared Spectrometer), uno spettrometro ad alta risoluzione che è stato utilizzato durante le campagne di indagine svolte presso gli osservatori Lowell e McDonald; con questo dispositivo gli esperti hanno potuto cogliere direttamente la luce di Ci Tau b ed è la prima volta che accade per un pianeta che si trova così vicino ad una stella teen ager.
Per decenni gli astronomi hanno pensato che i pianeti giganti gassosi, come Giove e Saturno, si siano formati lontano dai loro astri di riferimento e nell’arco di periodi molto lunghi (10 milioni di anni ed oltre); tuttavia, la scoperta di numerosi esemplari di Hot Jupiter ha portato ad una revisione dei modelli teorici relativi alle origini di questa categoria di pianeti. Grazie ad Igrins, gli studiosi hanno analizzato le linee spettrali emesse dalla stella Ci Tau e dal suo gioviano caldo, basandosi soprattutto su quelle del monossido di carbonio; dallo spettro, infatti, si possono evincere parametri utili per tracciare l’identikit di un pianeta, quali la temperatura, la densità e il movimento. In base agli elementi a disposizione – la giovane età di Ci Tau e, conseguentemente, di Ci Tau b, i tratti salienti dell’esopianeta e le linee emesse dal monossido di carbonio – gli autori della ricerca ritengono che il gioviano caldo si sia formato tramite un ‘hot start’: con questo termine si indica un modello teorico che contempla l’instabilità gravitazionale come elemento chiave nella formazione rapida di pianeti giganti.