Nuovi alleati per gli astronomi, che, grazie al loro peregrinare di fronte alle stelle e ai conseguenti effetti ottici, hanno elaborato una tecnica in grado di misurare il diametro degli astri situati in aree particolarmente remote: sono gli asteroidi, al centro di uno studio appena pubblicato su Nature Astronomy (articolo: “Direct measurement of stellar angular diameters by the Veritas Cherenkov Telescopes”). La ricerca, coordinata dal Desy (Deutsches Elektronen-Synchrotron) e dal Sao (Smithsonian Astrophysical Observatory), è stata condotta con i quattro telescopi Veritas (Very Energetic Radiation Imaging Telescope Array System) del Fred Lawrence Whipple Observatory in Arizona.

Basandosi sulle peculiarità di questi telescopi di tipo Cherenkov e sulla diffrazione della luce stellare prodotta dal passaggio degli asteroidi, gli studiosi sono riusciti a misurare il diametro di un astro gigante e di uno simile al Sole. La diffrazione si verifica quando un oggetto – in questo caso l’asteroide – passa di fronte ad una stella; dato che il bordo della sua ombra non è perfettamente netto, intorno alla parte centrale di essa si formano delle increspature di luce, simili alle piccole onde che si creano nell’acqua. Questo fenomeno è definito schema di diffrazione e può rivelare la misura angolare della fonte luminosa (immagine in alto – credits: Desy, Lucid Berlin). Nel caso di uno schema derivante da un asteroide, la rilevazione è molto complessa e l’unico modo per centrare l’obiettivo è realizzare immagini in sequenza quando l’ombra si diffonde rapidamente sul telescopio. Per effettuare misure angolari particolarmente piccole gli studiosi si sono serviti dei telescopi Veritas, le cui caratteristiche li rendono molto sensibili nel registrare le variazioni della luce, compresa quella stellare.

In questo modo, gli autori della ricerca sono riusciti a captare lo schema di diffrazione della stella Tyc 5517-227-1 quando – il 22 febbraio 2018 – la sua luce è stata occultata da Imprinetta, un asteroide che misura 60 chilometri in larghezza; la stella, situata a 2674 anni luce dalla Terra, ha un diametro pari a 11 volte quello del Sole ed è stata classificata come gigante rossa. La tecnica è stata utilizzata nuovamente il 22 maggio 2018 su un astro ubicato a 700 anni luce dalla Terra e ‘battezzato’ anch’esso con un nome che ricorda una password, Tyc 278-748-1; in quel giorno, la stella è stata occultata da Penelope, un asteroide largo 88 chilometri. La rilevazione effettuata ha dato come risultato un diametro pari a 2,17 volte quello del Sole e, in questo secondo caso, si è tratto della misura angolare più piccola mai misurata prima d’ora. Secondo gli autori dell’articolo, l’utilizzo di telescopi di tipo Cherenkov consente di effettuare misurazioni con una risoluzione anche di 10 volte migliore rispetto ad altri metodi standard (come quello basato sull’occultazione da parte della Luna); la nuova metodologia può essere applicata a stelle ben più lontane di quelle che vengono prese in esame con la tecnica dell’occultazione lunare.