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Dream Chaser, lo spazioplano di Sierra Space pensato come erede in miniatura dello Space Shuttle, continua a superare test cruciali e a prepararsi per il primo volo orbitale, ma il suo destino operativo resta incerto. Tra contratti rivisti, missioni rinviate e nuove strategie della Nasa per il dopo Stazione Spaziale Internazionale (Iss), il programma si muove in un equilibrio delicato tra ambizione tecnologica e sfide di mercato.

Nel concetto e nell’aspetto, il Dream Chaser potrebbe riportare in orbita un’idea che ha fatto la storia dell’esplorazione spaziale: è un veicolo riutilizzabile che viene lanciato nello spazio da un razzo e atterra su pista come un aereo al termine della missione. Tuttavia, il Dream Chaser è senza equipaggio e molto più piccolo dello Shuttle: è lungo 9 metri e le sue ali inclinate verso l’alto hanno un’apertura di 7 metri. Per confronto, gli Space Shuttle erano lunghi oltre 37 metri e avevano un’apertura alare di quasi 24 metri.

Dream Chaser nella configurazione di lancio. Crediti: Sierra Space

La storia di questo spazioplano di nuova generazione, pensato per un’era in cui flessibilità e riusabilità sono fattori chiave, è complessa. Le sue radici risalgono al progetto Hl‑20 della Nasa, sviluppato negli anni Ottanta come concept di veicolo per il trasporto di equipaggi in orbita bassa, pensato come alternativa allo Space Shuttle. Nel 2004 la società SpaceDev riprese quell’idea e avviò il programma Dream Chaser, poi acquisito nel 2008 da Sierra Nevada Corporation (oggi Sierra Space). Inizialmente candidato al programma Commercial Crew Development della Nasa, successivamente il veicolo entrò nel contratto Commercial Resupply Services 2 (Crs-2) per il rifornimento della Iss, con sette voli programmati. Il primo era previsto nel 2021, ma è stato rinviato più volte.

Dream Chaser nella configurazione di volo. Crediti: Sierra Space

Con la, ormai prossima, fine operativa della Stazione Spaziale Internazionale fissata per il 2030 e il suo rientro nell’Oceano Pacifico nel 2031, la Nasa sta pianificando la transizione verso nuove infrastrutture orbitali, tramite lo sviluppo delle cosiddette Commercial Low Earth Orbit Destinations, stazioni spaziali commerciali che sostituiranno la Iss e che garantiranno continuità alle attività scientifiche e commerciali in orbita bassa. Il contratto Crs-2 è stato, pertanto, modificato e le sette missioni  per il rifornimento della stazione cancellate. Il primo volo dello spazioplano sarà un test libero in orbita bassa terrestre (Leo), senza attracco alla Iss.

In questo scenario, Dream Chaser potrebbe diventare un asset strategico per l’economia spaziale dei prossimi anni: un veicolo riutilizzabile, capace di trasportare carichi sensibili e di rientrare su pista, ideale per supportare esperimenti, logistica e manutenzione in orbita. Sierra Space, infatti, propone il suo spazioplano come soluzione multiuso, in grado di servire sia la Nasa sia clienti governativi e commerciali, con applicazioni che spaziano dal trasporto cargo alla sicurezza nazionale.

«Questo è un veicolo multiuso, e lo vediamo adatto sia alla sicurezza nazionale sia allo spazio civile», ha dichiarato Dan Polis, vicepresidente delle soluzioni ingegneristiche di Sierra Space. «La Nasa è stata un partner eccellente. Crediamo che la riallocazione del contratto dimostri il loro impegno verso il veicolo».

Dream Chaser durante i test di traino al Kennedy Space Center. Crediti: Sierra Space

Lo scorso 13 novembre, il primo esemplare operativo, Tenacity, ha completato test di interferenza e compatibilità elettromagnetica presso il Kennedy Space Center, confermando la capacità di operare in ambienti complessi. Sono stati effettuati anche test di traino ad alta velocità sulla storica pista dello Shuttle per simulare le dinamiche di atterraggio autonomo. A dicembre è previsto il collaudo acustico, che simulerà le vibrazioni del lancio. Il primo volo dimostrativo in orbita bassa terrestre è atteso nel 2026: un passo decisivo per validare le capacità di un veicolo che potrebbe segnare il ritorno degli spazioplani nell’era delle stazioni commerciali.

Immagine in alto: Dream Chaser. Crediti: Sierra Space