Plato sta procedendo con i test finali.
La sonda dell’Esa, il cui lancio è previsto per dicembre 2026, è progettata per individuare gli esopianeti terrestri che orbitano fino alla zona abitabile di stelle simili al Sole.
Plato è arrivata a settembre al Centro Estec dell’Esa nei Paesi Bassi. Per giungere al completamento del veicolo spaziale, gli ingegneri lo hanno inserito in una camera bianca dedicata, sospendendo il modulo combinato di schermo e pannello solare a un dispositivo di sollevamento. Dopo averlo montato sulla sonda è iniziato il test di apertura in cui l’assenza di gravità è stata simulata grazie a un sistema di pulegge che si spostava insieme al dispiegamento dei pannelli.
Questi elementi sono vitali per la missione. Una volta in orbita, il pannello solare dovrà generare l’energia che alimenta la sonda, mentre lo schermo riparerà le apparecchiature scientifiche dai raggi solari.
L’Agenzia Spaziale Italiana ha contribuito al finanziamento del cuore della missione: una serie di 26 telescopi ottimizzati per monitorare contemporaneamente oltre 150mila stelle.
Sotto la supervisione dell’Inaf, che ha anche ideato il progetto ottico, i telescopi sono stati costruiti e testati da Leonardo, Thales Alenia Space Italia e alcune piccole e medie imprese del nostro territorio.
Crediti video: Esa