La Nasa apre la Iss ai privati . Stando ai piani dell’agenzia americana, annunciati di recente nel corso di una conferenza a New York, entro il 2020 il segmento Usa del laboratorio orbitante sarà accessibile anche alle compagnie private.

Oltre al turismo spaziale, tra le attività previste vi sono progetti di ricerca in aree che comprendono la medicina rigenerativa e la bioingegneria, lo sfruttamento dell’orbita bassa ma anche attività commerciali di marketing che riguardano la produzione, il trasporto e la commercializzazione di risorse e beni, compresi prodotti destinati alla vendita sulla terra. I futuri astronauti privati saranno in grado di condurre anche questo tipo di esperimenti.

Periodo di permanenza massimo trenta giorni per un costo pari a 35.000 dollari a notte, al quale si aggiungeranno decide di milioni di dollari per il viaggio di andata e ritorno.

I piani Nasa prevedono fino a due missioni l’anno e vedranno protagonisti clienti esclusivamente non statunitensi, fino a un massimo di dodici persone. I futuri viaggiatori verranno trasportati a bordo della capsula Crew Dragon di SpaceX o dallo Starliner di Boeing, che attualmente stanno ancora ultimando i test di collaudo. Oltre ai ‘morigerati’ costi di viaggio e soggiorno, i turisti spaziali dovranno pagare per usufruire di cibo, acqua e l’uso dei sistemi di supporto vitale. E se vorranno condividere questo momento con il mondo esterno, dovranno aggiungere altri 50 dollari per gigabyte per sfruttare la connessione internet. In questo mercato in espansione anche la Russia è pronta a riaprire le porte al turismo spaziale con un nuovo progetto in partenza entro la fine del 2021.

Con il piano di privatizzazione della Iss la Nasa punta a ridurre le ingenti spese di gestione. Costruire una nuova potenza finanziaria attorno alla stazione potrebbe infatti aiutare l’agenzia a concentrarsi sui nuovi obiettivi strategici come l’orbita cislunare e Marte, conservando l’eredità scientifica della stazione e risparmiando al tempo stesso sui costi.