👉 Seguici anche sul nostro canale WhatsApp! 🚀

Come appare una stella prima di esplodere? Il telescopio Webb ha identificato per la prima volta la capostipite di una supernova. Combinando le osservazioni con quelle di Hubble, è emerso che l’esplosione proveniva da una supergigante rossa avvolta da una nube di polvere.

Ed è proprio la polvere la chiave di questa scoperta. La sua presenza potrebbe spiegare il mistero per cui le supergiganti rosse sembrano esplodere raramente contraddicendo i modelli teorici. Un nuovo studio, pubblicato su The Astrophysical Journal Letters, dimostra che queste stelle esplodono, ma sono nascoste da spesse nubi di polvere.

«Per decenni abbiamo cercato di determinare esattamente l’aspetto delle esplosioni di supergiganti rosse – ha detto Charlie Kilpatrick della Northwestern University e primo autore dello studio – Solo ora, con il telescopio Webb abbiamo finalmente la qualità dei dati e delle osservazioni infrarosse che ci permettono di determinare con precisione il tipo esatto di supergigante rossa esplosa e l’aspetto del suo ambiente circostante. Stavamo aspettando che una supernova esplodesse in una galassia che Webb aveva già osservato. Abbiamo combinato i dati con quelli di Hubble per caratterizzare integralmente questa stella per la prima volta».

Si chiama Sn2025pht ed è la stella che è stata osservata prima e dopo l’esplosione. La sua luce proviene dalla galassia Ngc 1637 che si trova a 40 milioni di anni luce da noi. Sebbene la stella fosse circa 100mila volte più luminosa del nostro Sole, la polvere circostante oscurava gran parte di questa luce e, bloccando le lunghezze d’onda blu, risultava anche estremamente rossa.

«SN2025pht è sorprendente perché è apparsa molto più rossa di quasi tutte le altre supergiganti rosse che abbiamo visto esplodere come supernova – ha aggiunto Kilpatrick – Questo suggerisce che le esplosioni precedenti potrebbero essere state molto più luminose di quanto pensassimo, perché non avevamo la stessa qualità di dati infrarossi che ora può fornire Webb».

Le supergiganti rosse, cioè le stelle massicce che hanno raggiunto la fase finale della loro vita, sono tra le più grandi dell’universo. Infatti, quando il loro nucleo collassa ed esse esplodono come supernove, resta una stella di neutroni o un buco nero. L’esempio più noto è Betelgeuse, la brillante stella rossastra che costituisce la spalla di Orione nell’omonima costellazione.

Con le nuove osservazioni di Webb, gli astronomi ipotizzano che le stelle più massicce alla fine della loro vita potrebbero essere anche le più polverose, fino al punto di renderle completamente invisibili.

Gli scienziati sono ora alla ricerca di questo tipo di supergiganti rosse che in futuro potrebbero esplodere come supernove. Con i suoi strumenti nel vicino e medio infrarosso, Webb può fornire informazioni su come vivono e muoiono le stelle più massicce. Il telescopio spaziale Nancy Grace Roman della Nasa, il cui lancio è previsto nel 2027, contribuirà alla ricerca.

 

Crediti immagine: Nasa, Esa, Csa, STScI, Charles Kilpatrick, Aswin Suresh