👉 Seguici anche sul nostro canale WhatsApp! 🚀

Ultimi preparativi per il biosatellite Bion-M No. 2 dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, in procinto di lasciare la Terra a bordo di un lanciatore Sojuz-2.1b per raggiungere l’orbita bassa. Al suo interno ci sarà un equipaggio decisamente particolare: 75 topi, 1000 moscerini della frutta, microrganismi, cellule in coltura e semi di varie piante. Questa ‘arca di Noè in miniatura’ partirà dal cosmodromo di Baikonur e trascorrerà trenta giorni in orbita polare quasi circolare (inclinazione 97°), per consentire una serie di esperimenti, monitoraggi e analisi scientifiche.
Durante il soggiorno si osserveranno soprattutto gli effetti della microgravità sulla suscettibilità degli organismi alle radiazioni, dati utili sia per pianificare le future missioni di lunga durata oltre l’orbita terrestre, sia per migliorare il supporto sanitario degli astronauti durante i voli spaziali. Le informazioni raccolte potrebbero avere ricadute positive anche per la medicina terrestre.

Gli scienziati hanno preparato oltre dieci esperimenti. I topi verranno divisi in tre gruppi: il primo resterà sulla Terra e vivrà in condizioni comuni; il secondo vivrà sempre in un laboratorio terrestre ma verrà dotato di equipaggiamento di volo, fungendo da gruppo di controllo; il terzo andrà in orbita. Gli animali saranno monitorati in tempo reale con telecamere e sensori, alloggiati in scomparti dotati di cibo, ventilazione e sistemi di smaltimento rifiuti. Alcuni roditori avranno dei chip impiantati per consentire un monitoraggio individuale. Una volta tornati sulla terra, gli animali verranno analizzati per studiare la resistenza al volo spaziale e l’adattamento alla microgravità.

Su Bion-M No. 2 ci sarà anche un altro carico scientifico. L’Istituto di Geochimica e Chimica Analitica di Vernadsky, insieme con l’Istituto sui Problemi Medici e Biologici (Imbp), ha preparato dei contenitori con dentro 16 provette riempite con simulanti lunari, polvere e rocce, che riproducono i materiali superficiali presenti alle alte latitudini della Luna. Al ritorno sulla Terra, gli scienziati analizzeranno lo stato di questi simulanti, dopo il bombardamento radioattivo e il vuoto spaziale, per trarre informazioni utili alla realizzazione di strutture sulla Luna e  sviluppare nuove idee.

Nella precedente missione Bion-M No. 1, del 2013, il focus scientifico era lo studio delle arterie celebrali, la colonna vertebrale, l’orecchio interno e i processi genetici. Per questo, oltre agli onnipresenti topi, il biosatellite ospitava altri animali, tra cui gerbilli della Mongolia, pesci, lumache e gechi. L’orbita aveva un inclinazione di 64,4°, che comporta cicli luce/ombra variabili e un’esposizione a radiazioni irregolare. Parametri non adatti alle finalità di Bion-M No. 2, che essendo incentrata sullo studio delle radiazioni richiede condizioni ambientali costanti e un’esposizione prevedibile. L’orbita polare scelta per la nuova missione è più indicata per le nuove finalità e offre un’esposizione alle radiazioni più alta del 30% rispetto ad altre orbite.

Lo studio delle radiazioni e dei metodi per proteggersi dai loro effetti sono aspetti fondamentali per l’esplorazione spaziale con equipaggi umani e infatti le ricerche per conoscerli a fondo sono in atto da decenni.  Le missioni nello Spazio Profondo, dove non c’è la protezione del campo magnetico terrestre, possono avere conseguenze molto gravi sul corpo umano, soprattutto nei viaggi oltre la Luna dove l’esposizione è prolungata. Il problema riguarda anche la realizzazione di basi e avamposti sul nostro satellite naturale, il cui soggiorno prolungato impone sistemi di protezione degli occupanti, possibilmente sfruttando risorse locali. La missione Bion-M No.2 contribuirà a fornire dati e indicazioni per affrontare queste sfide.

Foto: Un momento dell’assemblaggio del Bion-M No. 2. Nella sfera pressurizzata verranno sistemati i campioni vivi
Crediti:Yevgueni Zhdanov