E’ una delle lune più piccole nel Sistema Solare, il suo ‘volto’ è profondamente segnato da crateri da impatto e compie il suo ‘girotondo’ intorno al proprio pianeta di riferimento più velocemente della rotazione di quest’ultimo. E’ questo l’identikit di Phobos, il maggiore dei due satelliti naturali di Marte, protagonista di un recente servizio fotografico realizzato da Hubble. Lo storico telescopio Nasa-Esa, infatti, mentre era impegnato ad immortalare il Pianeta Rosso, ha colto la piccola luna nel suo movimento orbitale e, nell’arco di 22 minuti, ha scattato ben 13 immagini. Il book fotografico ha consentito agli scienziati del Goddard Space Flight Center della Nasa di realizzare un filmato time lapse che illustra il percorso della luna formato extra small (cliccare qui per il video).
Scoperto il 17 agosto 1877 dall’astronomo statunitense Asaph Hall, Phobos completa un orbita in 7 ore e 39 minuti e compie poco più di tre giri nel corso del giorno marziano, la cui durata è di 24 ore e 40 minuti circa. Anche l’altra luna del Pianeta Rosso, Deimos, è stata scoperta nell’agosto 1877 da Hall; i due corpi celesti sono stati ‘battezzati’ con i nomi dei figli del dio Marte. Una prima e poco raffinata immagine del piccolo satellite naturale risale all’agosto 1969, quando la sonda Nasa Mariner 7 (foto a destra) eseguì un fly-by di Marte, mentre nel 1977 l’orbiter Viking 1, sempre Nasa, realizzò il primo ‘ritratto’ dettagliato di Phobos, evidenziando, sulla sua superficie tormentata, un grande cratere da impatto.
Immagini più recenti e particolareggiate mostrano una serie di crepe che solcano la superficie di Phobos e che, secondo gli studiosi, sono connesse alle interazioni con Marte. La luna mignon, infatti, si sta avvicinando al pianeta (poco meno di 2 metri ogni cento anni) e gli esperti ritengono che, in un periodo compreso tra 30 e 50 milioni di anni, Phobos si schianterà su Marte o verrà distrutto e i suoi detriti, sparpagliandosi, potrebbero dare origine ad un anello. Le origini di questa luna sono ancora molto discusse e varie sono le ipotesi formulate in proposito. Per alcuni studiosi, Phobos proverrebbe dalla fascia degli asteroidi, mentre per altri si sarebbe formato da polveri e detriti rocciosi tenuti insieme dalla forza di gravità; un impatto con un corpo celeste di vaste dimensioni potrebbe essere all’origine di questi detriti.