E’ situata ad una distanza di circa 30 milioni di anni luce dalla Terra e si cela nella piccola costellazione settentrionale dei Canes Venatici (Cani da Caccia): si tratta della galassiaclassificata con la sigla alfanumerica Ngc 4242, avvistata per la prima volta da William Herschel nel 1788. La galassia è protagonista dell’ultima ‘fatica’ fotografica del telescopio spaziale Hubble, che l’ha immortalata con lo strumento Wfc3 (Wide Field Camera 3); l’immagine è stata realizzata con i dati ottenuti da sei filtri differenti (qui in alta risoluzione).
Pur non essendo tra le galassie più rilevanti, Ngc 4242 si presenta comunque con un look piacevole ed etereo; lo sguardo acuto del telescopio Nasa-Esa ne colto il ‘cuore’ luminosocircondato da un alone soffuso che si estende nello spazio circostante. Nonostante la brillantezza con cui si mostra nel ‘ritratto’ di Hubble, gli studi condotti su Ngc 4242 hanno evidenziato che si tratta di una galassia relativamente fioca e in cui il tasso di formazione di nuovi astri è molto ridotto. Ngc 4242, inoltre, sembra avere una debole barra di stelle che ‘taglia’ il suo centro asimmetrico e una struttura a spirale poco definita.
Nota anche con i nomi in codice di Leda 39423 e Ugc 7323, la galassia presenta una supernova di tipo IIn (non visibile nella fotodiHubble) che è stata scoperta nel 2002 e classificata come Sn 2002bu. Ngc, Leda e Ugc, sigle che ricorrono di frequente per classificare gli oggetti celesti, sono gli acronimi di alcuni cataloghi astronomici. Nello specifico, Ngc sta per New General Catalogue of Nebulae and Star Clusters, la monumentale opera pubblicata nel 1888all’astronomo danese Johann Dreyer, mentre Leda si riferisce a Lyon-Meudon Extragalactic Database, un catalogo realizzato nel 1983 dall’Osservatorio di Lione e poi confluito nel 2000 nel database Hypercat. Ugc, infine, designa l’Uppsala General Catalogue, repertorio di oltre 12mila galassie osservabili nell’emisfero boreale, pubblicato nel 1973 dall’Osservatorio di Uppsala (Svezia).