di Davide Patitucci
È una delle supernove più distanti e luminose mai osservate finora dagli astronomi. Il suo nome in codice è DES15E2mlf. È esplosa in una galassia distante circa 10 miliardi di anni luce dal Sistema solare, in un periodo in cui la formazione di stelle nell’universo era al suo apice. La sua esplosione ha sprigionato un’energia pari a tre volte quella di tutte le stelle della Via lattea messe insieme.
L’esplosione è stata osservata nel 2015 dal Victor Blanco Telescope del National optical astronomy observatory (Noao), e i dettagli sono illustrati in uno studio pubblicato su Monthly notices of the royal astronomical society, coordinato da un team di ricercatori dell’university of California, Santa Cruz. L’osservazione è avvenuta nell’ambito del progetto Dark energy survey (Des), nato per scrutare il cosmo a caccia di possibili indizi sulla natura della misteriosa energia oscura, che dà conto del 70% dell’universo. All’analisi dei dati ha concorso anche il telescopio di 8 metri Gemini south.
Questo tipo di supernove particolarmente luminose rappresenta l’ultimo atto di stelle massive morenti. Gli astronomi, però, non sono ancora riusciti a individuare con esattezza quale tipo di stelle dia luogo a queste esplosioni, e quali siano i processi fisici coinvolti. Interrogativi ai quali sperano, adesso, di dare una risposta proprio grazie allo studio di quest’ultima arrivata.
Le esplosioni di supernove sono, inoltre, importanti, secondo gli autori, per spiegare la genesi di nuove stelle. Soprattutto nei periodi più prolifici della storia dell’universo. Questi bagliori cosmici, infatti, spargono letteralmente nel gas interstellare una miriade di elementi pesanti. Semi a partire dai quali possono poi nascere nuovi astri.