L’alternanza di regioni in ombra con altre estremamente illuminate, fanno della Luna un ambiente ricco di sfide per le missioni robotiche del futuro.
L’effetto chiaroscuro della luce, netto e senza condizioni di illuminazione intermedia, vista l’assenza totale di atmosfera, rende difficile l’individuazione degli eventuali ostacoli presenti, dato che le telecamere dei river non hannola latitudine di esposizione adeguata per poter individuare rocce o crateri lungo il loro cammino.
Un team di scienziati dell’Ames Research Center della NASA, sta conducendo uno studio che permetterà ai rover del futuro di esplorare con sicurezza alcune zone della superficie lunare, in particolar modo quelle polari, interessanti anche dal punto di vista dell’esplorazione umana.
Il gruppo utilizza un sito, il Lunar Lab – appositamente costruito per simulare le condizioni lunari. E’ composto da crateri, rocce e altre asperità del terreno che viene poi ricoperto da uno strato di polvere, lo strato superiore del suolo lunare.
“Stiamo costruendo questi particolrari ambienti, con la stessa luce che abbiamo sulla Luna – spiega Uland Wong, uno dei responsabili del progetto – Abbiamo utilizzato delle tecniche di imaging tridimensionale e usioamo sensori per creare algoritmi che aiutino i rover ad interpretare correttamente gli ostacoli sul loro cammino”.
I dati ottenuti vengono poi processati da un supercomputer in grado di fornire informazioni sempre più precise. Il risultato finale è un set di dati denominato Polar Optical Lunar Analog Reconstruction (POLAR), utile allo sviluppo di sensori di navigazione per robot, non solo per quelli che verranno inviati alla Luna, ma anche verso altre destinazioni nel Sistema Solare, come Mercurio, gli asteroidi e la luna di Marte, Phobos.