Rosetta, la storica missione Esa conclusa il 30 settembre 2016 con l’impatto del lander Philae sulla cometa 67P Churyumov-Gerasimenko, ha svelato la natura mutevole e sorprendente del piccolo corpo celeste ghiacciato nel nostro sistema solare. Una delle scoperte più importanti realizzate grazie alla camera a immagini Osiris a bordo della missione è la componente organica del nucleo di 67P – circa il 40%della massa complessiva.

Una ‘miscela’ di carbonio, idrogeno, azoto e ossigeno: gli elementi fondamentali che formano la vita sulla Terra. Ma da dove provengono questi elementi trovati sulla cometa, e soprattutto quando si sono formati?

Un nuovo studio coordinato dal CNRS e pubblicato su Monthly Notices of Royal Astronomical Society ipotizza che queste molecole organiche abbiano avuto origine nello spazio interstellare, molto tempo prima della formazione del nostro sistema planetario.

Da circa 70 anni, gli scienziati sono a conoscenza di un particolare fenomeno di assorbimento della luce stellare chiamato diffuse interstellar band (Dibs). Si tratta della mancanza di alcune linee nello spettro luminoso di determinate stelle, che vengono per così dire ‘nascoste’ dal mezzo interstellare. Le Dibs sono state attribuite alla presenza di complessi molecolari che, secondo alcuni astrofisici, potrebbero costituire la più grande riserva di materiale organico dell’universo.

Di solito questo composto è distribuito nello spazio in proporzioni uniformi, ma talvolta alcune regioni hanno una concentrazione maggiore: come le nebulose presolari, dove le molecole organiche responsabili delle Dibs si aggregano.

È dalla contrazione di queste nebulose che, nel corso di milioni di anni, si sarebbero formati i sistemi planetari come il nostro; comprese, appunto, le comete.

Nel caso di 67P Churyumov-Gerasimenko, è possibile che il materiale organico originario contenuto nella nebula che ha dato origine al sistema solare non sia andato distrutto, ma sia invece rimasto intrappolato nel nucleo della cometa. Dove sarebbe rimasto per circa 4.6 miliardi di anni.

Se confermata, questa teoria dimostrerebbe che i ‘semi della vita’ che hanno dato origine alle molecole organiche sul nostro pianeta esistevano molto prima della sua formazione, racchiusi – ad esempio – nel cuore ghiacciato delle comete.