Una perturbazione in transito che sta esaurendo la sua forza distruttiva: è questo il quadro delle condizioni atmosferiche di Nettuno, tracciato da Hubble nelle vesti di ‘meteorologo’ cosmico. La tempesta in questione è stata scoperta – a latitudini medie-meridionali – dal telescopio Nasa-Esa il 18 settembre 2015 e da allora è stata tenuta sotto controllo; l’ultimo monitoraggio, effettuato il 6 ottobre 2017, mostra una notevole riduzione dell’area perturbata, che si sta ritirando mentre un tempo occupava uno spazio pari all’estensione in larghezza dell’Oceano Atlantico tra l’Europa e gli Stati Uniti (qui le foto in sequenza che mostrano la riduzione). I risultati dell’attività di ricerca condotta con Hubble sono stati illustrati nell’articolo “A New Dark Vortex on Neptune”, pubblicato ieri su The Astronomical Journal; lo studio è stato svolto da un team internazionale, coordinato dall’Università di Berkeley e di cui fa parte anche il Goddard Space Flight Center della Nasa.

Non è la prima volta che realtà di questo genere, caratterizzate da un colore scuro, si mostrano sul volto di Nettuno: a scoprirle, infatti, fu la sonda Voyager 2 della Nasa alla fine degli anni ’80. Da allora, solo Hubble, grazie alla sua sensibilità nell’ultravioletto, ha potuto scrutare questi turbini dark che dopo un certo lasso tempo tendono a dileguarsi, come quelli avvistati a metà degli anni ’90. La fase di attenuazione, tuttavia, non era stata mai osservata e quindi le immagini dell’attuale tempesta in calo costituiscono un unicum. In maniera simile alla celebre Grande Macchia Rossa di Giove, questa bufera di Nettuno ‘volteggia’ in direzione anticiclonica, facendo anche mulinare materiali provenienti dalle pieghe dell’atmosfera del pianeta; la colorazione scura, secondo gli studiosi, dovrebbe essere dovuta alla presenza di solfuro di idrogeno.

I fattori che portano all’insorgere di questi turbini su Nettuno non sono ancora noti, sebbene i ricercatori ipotizzino una qualche forma di instabilità nella direzione in cui spirano i venti. Il comportamento di tali tempeste è ancora difficile da prevedere, nonostante i tentativi di alcuni studi precedenti; l’attuale tempesta, infatti, non sembra rispondere agli schemi proposti e gli autori del paper pensano che, molto probabilmente, dopo essersi avvicinata all’equatore del pianeta, cesserà di esistere, dando forse il via ad un’intensa formazione di nuvole. Al momento, però, il turbinesembra svanire senza particolari clamori, fatto che potrebbe essere dovuto alla direzione della sua deriva. I ritratti di Nettuno e della sua tempesta sono stati realizzati da Hubble nell’ambito del programma Opal (Outer Planet Atmospheres Legacy), un progetto a lungo termine per la realizzazione di mappe globali dei quattro pianeti del Sistema Solare esterno.

Il video della Nasa dedicato alla tempesta di Nettuno