Scoperte prove di una recente attività vulcanica sul pianeta gemello della Terra, Venere. Lo studio pone le basi per le future osservazioni della missione Veritas, a cui partecipa l’Agenzia Spaziale Italiana, che avrà come obiettivo svelare il funzionamento interno del pianeta. La ricerca è stata presentata alla 54° Lunar & Planetary Science Conference ed è stata pubblicata sulla rivista Science.
Il team di scienziati della Nasa ha analizzato i dati raccolti nel corso degli anni Novanta dalla missione Magellan. Le immagini hanno rivelato la presenza di una bocca vulcanica sulla sommità del Monte Maat che ha cambiato forma e ed è aumentata di dimensioni in meno di un anno.
I ricercatori sono interessati allo studio dei vulcani attivi per capire il meccanismo di formazione ed evoluzione della crosta superficiale che influenza l’abitabilità dei pianeti. Veritas, in partenza entro il 2030, studierà Venere dalla superficie al nucleo per capire i motivi per cui un pianeta così simile al nostro si sia evoluto in modo totalmente diverso dalla Terra.
L’Italia partecipa alla missione Veritas attraverso una collaborazione di partnership tra l’Agenzia Spaziale Italiana e il Jet Propulsion Laboratory, che ha assegnato al nostro Paese la responsabilità per lo sviluppo e la realizzazione di tre strumenti di bordo: il trasponditore Idst (Integrated Deep Space Transponder), necessario per garantire le comunicazioni e per eseguire gli esperimenti di radio scienza utili alla comprensione della gravità del pianeta, la parte a radiofrequenza del Visar (Venus Interferometric Synthetic Aperture Radar), utile allo studio della morfologia del pianeta e dei fenomeni di vulcanismo, e l’antenna Hga (High-Gain Antenna).
Immagine in apertura: il modello 3D generato al computer della superficie di Venere che mostra la sommità del Maat Mons, il vulcano che mostra segni di attività. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech