La Terra avvolta in una gelida notte durata quasi due anni. Secondo un nuovo studio, il gigantesco asteroide caduto nell’attuale penisola dello Yucatan che sessantasei milioni di anni fa causò l’estinzione dei dinosauri, avrebbe oscurato il Sole per quasi un biennio, contribuendo al raffreddamento del pianeta e alla conseguente estinzione di massa. Dopo l’impatto dell’asteroide, largo quasi dieci chilometri, si scatenarono incendi in tutto il globo e grandi quantità di fuliggine avrebbero oscurato i raggi solari per più di un anno e mezzo impedendo la fotosintesi. I dettagli sono stati pubblicati il 21 agosto sulla rivista del National Academy of Sciences. Lo studio condotto dal National Center for Atmospheric Research (Ncar) con il supporto della Nasa e della University of Colorado Boulder, ha utilizzato un modello di simulazione utilizzato per comprendere meglio il perché – tra la fine del Cretaceo e l’inizio del Paleocene – alcune specie sono morte mentre altre sono sopravvissute.
“L’estinzione di molti animali di grandi dimensioni potrebbe essere stata causata dalle immediate conseguenze dell’impatto dell’asteroide, ma gli animali che vivevano negli oceani o nel sottosuolo potrebbero essere inizialmente sopravvissuti”, commenta Charles Bardeen, il ricercatore a capo dello studio. “Abbiamo voluto studiare le conseguenze a lungo termine della quantità di fuliggine che pensiamo possa essere stata prodotta e valutare l’impatto sugli animali inizialmente sopravvissuti”.
Le simulazioni dimostrano che a seguito dell’impatto dell’asteroide, le temperature sono scese di almeno sedici gradi ed il cielo coperto da una ‘barriera’ di fuliggine avrebbe impedito la fotosintesi, soprattutto del fitoplacton, alla base della catena alimentare degli ecosistemi marini. La perdita di questi piccoli organismi avrebbe distrutto molte specie di vita marina. Mentre la superficie terrestre si è raffreddata, secondo lo studio, l’atmosfera più alta nella stratosfera è diventata molto più calda danneggiando lo strato dell’ozono e consentendo il passaggio di dosi di luce oltravioletta elevate e nocive.