L’ossigeno costituisce il 20% dell’atmosfera terrestre ed è considerato uno dei gas più ‘robusti’ nell’atmosfera. Nella ricerca di vita al di là del Sistema Solare, tuttavia, si sa poco su come diverse fonti di energia possano avviare reazioni chimiche e su come queste reazioni possano creare la “firma” dell’ossigeno.

Simulando in laboratorio l’atmosfera degli esopianeti, un team di ricercatori della Johns Hopkins University è riuscito a ricreare sia composti organici che ossigeno, in assenza di vita. I risultati, pubblicati l’11 dicembre sulla rivista ACS Earth and Space Chemistry, suggeriscono che la presenza di ossigeno e di sostanze organiche su mondi lontani non proverebbe l’esistenza di forme di vita.

«I nostri esperimenti hanno ricreato ossigeno e molecole organiche che potrebbero fungere da elementi costitutivi della vita in laboratorio, dimostrando che la presenza di entrambi non è necessariamente legata allo suo sviluppo», dice Chao He, assistente ricercatore della Johns Hopkins University e primo autore dello studio.

Il team ha testato nove diverse miscele di gas presenti nelle atmosfere dei mondi extra-solari, in particolare sulle super-Terre e sui mini-Nettuno, le due tipologie di esopianeti più diffuse nella nostra galassia. Ogni miscela aveva una composizione specifica di gas come anidride carbonica, acqua, ammoniaca e metano, e ciascuna è stata riscaldata a temperature comprese tra gli 80 e i 700 gradi Fahrenheit.

Gli esperimenti hanno prodotto sia ossigeno che molecole organiche che potrebbero costituire zuccheri e amminoacidi ed elementi chiave per lo sviluppo della vita, come la formaldeide e il acido cianidrico.  «I nostri risultati», conclude Chao He, «suggeriscono che anche la compresenza di biofirme comunemente accettate potrebbe essere un falso positivo per la vita».