La Cina si prepara a scrivere una nuova pagina nella storia dei lanci spaziali: dopo anni di sviluppo e test, il razzo Zhuque‑3 della compagnia privata Landspace tenterà per la prima volta il recupero di uno stadio del razzo dopo un lancio orbitale.
L’operazione avverrà dal Jiuquan Satellite Launch Center, nel deserto del Gobi, con una finestra di lancio prevista tra le 12 e le 14 ora di Pechino di sabato 29 novembre. Se tutto andrà come previsto, il primo stadio effettuerà un atterraggio controllato in una zona designata a circa 400 km dal sito di lancio, segnando il debutto della Cina nel campo della riutilizzabilità orbitale, quasi dieci anni dopo il successo pionieristico di SpaceX con il Falcon 9 e poche settimane dopo il secondo volo del New Glenn di Blue Origin, che hanno dimostrato la capacità di recupero del booster.
Lo Zhuque‑3 è un lanciatore a due stadi in acciaio inox, alto circa 66 metri e con diametro di 4 metri e mezzo, alimentato a metano e ossigeno liquido mediante nove motori Tianque‑12A sul primo stadio. La massa al decollo sfiora le 570 tonnellate: nella versione non riutilizzabile può portare in orbita bassa fino a 21 tonnellate, mentre con recupero del primo stadio la capacità scende a 18,3 tonnellate, capacità comparabili al Falcon 9 e poco dietro al Lunga Marcia 5, il vettore cinese protagonista di missioni cruciali come il lancio dei moduli della stazione spaziale Tiangong e delle sonde lunari e marziane. A bordo del Zhuque‑3 ci sarà il prototipo della navetta cargo riutilizzabile Haolong, parte di un programma per rifornimenti a basso costo verso la stazione spaziale cinese.

Il Falcon 9 di Space X prima del lancio. Crediti: Space X
La prova di Landspace si inserisce in un contesto di grande fermento: da Jiuquan sono pronti al decollo altri due razzi riutilizzabili, il Lunga Marcia 12A della società statale China Aerospace Science and Technology Corporation e il Tianlong‑3 di Space Pioneer.
La capacità di recupero dei primi stadi rappresenta una svolta strategica per la Cina: consentirà di aumentare la frequenza dei lanci e ridurre i costi, obiettivi chiave per la costruzione delle megacostellazioni nazionali in orbita terrestre bassa, come Guowang e Qianfan, pensate per offrire servizi di connettività globale.
Come insegna l’esperienza di SpaceX, il successo non sempre è immediato: potrebbero servire più tentativi prima di centrare un atterraggio perfetto. Tuttavia, i grandi investimenti nello sviluppo di questa tecnologia dimostrano quanto la riutilizzabilità sia ormai considerata la chiave per il futuro dell’accesso allo spazio. Se la missione riuscirà, il mercato globale dei lanci entrerà in una nuova fase, con una competizione serrata tra Cina, Stati Uniti ed Europa che accelererà la corsa alle costellazioni satellitari, alle missioni di esplorazione e aprirà scenari inediti nei mercati spaziali commerciali internazionali.
Foto in alto: il veicolo Zhuque-3 Y1 di Landspace al Complesso di Lancio 96B del Jiuquan Satellite Launch Center nell’ottobre 2025. Crediti: Landspace




