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È una stella di neutroni o una pulsar? O forse una nana bianca? E se fosse invece una magnetar? Nessuna delle ipotesi finora formulate si adatta perfettamente ai dati raccolti. Quindi cos’è davvero Askap J1832? Combinando i dati dell’Osservatorio a raggi X Chandra con quelli del radiotelescopio Ska Pathfinder, un gruppo di astronomi ha studiato il comportamento di questo strano oggetto. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Nature.

Situato a circa 15mila anni luce dalla Terra, questo corpo celeste appartiene a una categoria scoperta solo nel 2022: i transienti radio di lungo periodo. Si tratta di oggetti che emettono segnali radio con una periodicità insolitamente lunga, nel caso di Askap J1832, ogni 44 minuti. Per fare un confronto, le pulsar – stelle di neutroni in rapida rotazione – presentano variazioni dell’intensità radio diverse volte al secondo. Ma la vera novità è che questa stella non varia soltanto nelle onde radio, ma anche nei raggi X, e con la stessa cadenza di 44 minuti. È la prima volta che si osserva una simile combinazione in un transiente radio di lungo periodo. Ma c’è di più. Nel giro di sei mesi, la stella ha subìto un drastico calo sia nell’emissione di raggi X che di onde radio, diventando fino a 1000 volte meno brillante rispetto alle prime osservazioni. Questa doppia dinamica è qualcosa che nessun altro oggetto nella nostra galassia, la Via Lattea, ha mai mostrato.

«Gli astronomi hanno osservato innumerevoli stelle con tutti i tipi di telescopi, e non ne abbiamo mai vista una comportarsi in questo modo», dice Ziteng Wang, autore principale dello studio. «È emozionante osservare un nuovo tipo di comportamento stellare».

È caccia, dunque, all’origine delle bizzarrie di Askap J1832. A oggi, resta avvolta nel mistero.

«Abbiamo considerato diverse possibilità, tra cui stelle di neutroni e nane bianche, sia singole che con stelle compagne», spiega Nanda Rea, dell’Istituto di Scienze Spaziali di Barcellona e co-autrice dello studio. «Finora nessuna ipotesi combacia perfettamente, ma alcune sembrano più promettenti di altre».

È improbabile che si tratti di una pulsar o una stella di neutroni che attrae materia da una compagna, perché le sue proprietà non corrispondono alle intensità tipiche di segnali radio e a raggi X di questi oggetti. Alcune caratteristiche potrebbero far pensare che sia una magnetar vecchia più di mezzo milione di anni. Quelle di questa età, però, solitamente non emettono segnali radio così brillanti e variabili, rendendo questa spiegazione parziale. La stella sembra anche trovarsi nella stessa porzione di cielo che contiene un resto di supernova, ciò che rimane dopo l’esplosione di una stella massiccia. I ricercatori però ritengono che si tratti solo di una coincidenza prospettica, senza legami fisici tra i due oggetti. Un’altra ipotesi presa in considerazione è che Askap J1832 sia una nana bianca con una stella compagna, a patto però che possieda il campo magnetico più forte mai osservato in una nana bianca nella nostra galassia.

Chandra ha rilevato per la prima volta la stella nei raggi X nel febbraio 2024, quando la sorgente era insolitamente intensa nelle onde radio. Ad agosto dello stesso anno, dicevamo, l’oggetto era quasi scomparso: 1000 volte più debole nelle onde radio e nessun segnale nei raggi X. Askap J1832 potrebbe quindi rappresentare un caso unico o appartenere a una famiglia di oggetti celesti non ancora conosciuti. In entrambi i casi ci ricorda perché guardiamo le stelle: non solo per cercare risposte, ma anche per porre nuove domande.

 

In apertura: Askap J1832, cerchiata a destra. Crediti: raggi X: Nasa/Cxc/Icrar, Curtin Univ., Z. Wang et al.; Infrarossi: Nasa/Jpl/CalTech/Ipac; Radio: Sarao/MeerKat; Elaborazione immagini: Nasa/Cxc/Sao/N. Wolk.