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Racconta quattro miliardi di anni di storia del pianeta rosso: il cratere Deuteronilus Cavus – protagonista di una nuova immagine di Marte – ci offre l’opportunità di esplorare la complessa evoluzione geologica del pianeta. Scattata nell’ottobre 2024 dalla sonda Mars Express dell’Agenzia Spaziale Europea, l’immagine mostra in dettaglio questa vasta depressione di circa 120 chilometri di diametro, situata nella zona di transizione tra gli altopiani meridionali e le pianure settentrionali.

La sua forma quasi perfettamente circolare suggerisce che si tratti di un cratere da impatto, formatosi probabilmente tra 4,1 e 3,7 miliardi di anni fa, in un’epoca in cui Marte era frequentemente bombardato da asteroidi e comete. Ciò che vediamo oggi, però, è il risultato di profonde trasformazioni: nel corso dei millenni, erosioni causate da acqua e ghiaccio ne hanno modificato la forma, allargandolo fino a quasi raddoppiarne le dimensioni originarie.

Il bordo del cratere è inciso da canali ramificati, creati probabilmente dallo scorrimento dell’acqua in superficie o dal collasso della crosta dovuto al drenaggio di acqua sotterranea. In alcune aree, solchi lineari testimoniano l’antica esistenza di ghiacciai che, scivolando lentamente, hanno trascinato con sé grandi massi incastonati alla loro base, lasciando tracce ancora visibili.
Ai piedi delle pareti interne si osservano le estremità lisce e allungate dei cosiddetti ‘grembiuli di detriti’: ghiacciai ricoperti di rocce, risalenti a un periodo in cui l’inclinazione dell’asse del pianeta era più marcata rispetto a quella attuale.

Il materiale più scuro è probabilmente cenere vulcanica trasportata dal vento. L’analisi spettrale rivela firme di minerali argillosi, formatisi come risultato della combinazione dell’acqua con la cenere vulcanica, suggerendo che l’acqua liquida potrebbe essersi accumulata qui per qualche tempo. Crediti: Esa/Dlr/FU Berlin

L’interno di Deuteronilus Cavus è costituito da altopiani, canali, pianure lisce e blocchi rocciosi, alcuni dei quali – quelli più resistenti – si ergono sopra superfici modellate dall’azione di acqua, ghiaccio e vento.
Sulla superficie del cratere è visibile un deposito scuro, probabilmente composto da cenere vulcanica trasportata dal vento. Dove il materiale è più chiaro, sono stati identificati minerali argillosi: la loro presenza suggerisce che, in passato, l’acqua liquida si sia accumulata all’interno del cratere, mescolandosi con la cenere.
Non mancano poi le prove di antica attività vulcanica. Il terreno più liscio attorno al cratere è attraversato da creste rugose, formatesi in seguito al raffreddamento e alla contrazione di colate laviche.

Deuteronilus Cavus conserva tracce di diversi processi geologici: attività vulcanica, glaciale, idrica ed eolica risalenti a quattro miliardi di anni fa. E rappresenta, con le sue caratteristiche, una straordinaria finestra sul passato di Marte.

 

In apertura: Vista prospettica ravvicinata di un canale ramificato che taglia il margine meridionale del Deuteronilus Cavus. Crediti: Esa/Dlr/FU Berlin.