La moderna attività vulcanica su quest’isola nell’Oceano Indiano di può essere ricondotta a un capitolo dell’evoluzione terrestre subito dopo la nascita del nostro pianeta, secondo uno studio su Nature
Nel cuore dell’Oceano Indiano, a 800 chilometri a est del Madagascar, La Réunion è un’isola tropicale francese dall’intensa attività vulcanica. Visitarla significa fare un salto indietro nel tempo di miliardi di anni, subito dopo la nascita del nostro pianeta. Ecco l’affascinante risultato di un nuovo studio coordinato dal Carnegie Institution for Science e pubblicato oggi su Nature.
Durante il processo di formazione della Terra, le elevatissime temperature hanno causato lo scioglimento di gran parte del materiale planetario. E così i metalli più densi sono affondati verso il nucleo, dividendosi dal mantello ricco di silicati che invece è rimasto a fluttuare più vicino alla superficie. Nel corso dei successivi 4.5 miliardi di anni, grandi porzioni di mantello si sono fuse e successivamente separate di nuovo in base alla densità, andando così a formare la crosta terrestre. Un fenomeno che va avanti a rallentatore ancora oggi: in corrispondenza dell’Oceano Pacifico, ad esempio, alcune porzioni di crosta stanno lentamente affondando verso gli strati più interni del nostro pianeta. Ma non bisogna pensare a questo ‘rimescolamento’ come a un processo omogeneo: alcune porzioni originarie del mantello esistono ancora – come i grumi di farina che si potrebbero trovare in un impasto per torte che non è stato mischiato alla perfezione.
Secondo il team del Carnegie, La Réunion sarebbe proprio un esempio di tale antica contaminazione: questa terra di vulcani conterrebbe infatti ancora pezzi del mantello terrestre originario. Realizzando analisi chimiche e datazioni radiometriche, gli scienziati sono riusciti a seguire a ritroso l’evoluzione di questo angolo di pianeta, andando indietro nel tempo, e giungendo alla conclusione che le ‘fondamenta’ dell’isola risalgono a un periodo corrispondente al primo 10% di storia della Terra. I risultati, validati da modelli informatici, mostrano così che gran parte del magma racchiuso nei vulcani di La Réunion un tempo apparteneva al giovanissimo mantello terrestre, quando il nostro pianeta era appena nato.