Era il 20 novembre del 1998, quando veniva mandato in orbita il primo elemento della Stazione spaziale internazionale, il modulo russo Zarja. E’ l‘alba’ del più importante progetto di cooperazione internazionale mai intrapreso dall’umanità. Due settimane dopo, la Nasa lanciava a bordo dello Shuttle Endeavour il primo contributo degli Stati Uniti, il nodo Unity, un segmento di raccordo dotato di sei porte di aggancio. La Stazione però diventerà permanentemente abitabile solo il 12 luglio del 2000, quando, con il modulo russo Zvedva, dotato di sistemi vitali e di trasmissione a terra, arrivano a quota 400 km, dormitori, servizi igienici e una cucina. Il primo equipaggio residente giunge sull’avamposto a novembre dello stesso anno. E’ la Expedition 1. Da allora l’International space station è abitata ininterrottamente da almeno tre astronauti.
Frutto della cooperazione tra Stati Uniti, Russia, Europa, Giappone e Canada, la Iss è stata assemblata nello spazio, modulo dopo modulo. Gli elementi sono stati portati in orbita principalmente dagli Space Shuttle e in parte dai vettori Proton. L’Italia ha avuto un ruolo chiave nella realizzazione dell’avamposto. Gran parte dei segmenti abitativi, infatti, è stata costruita nel nostro Paese: i Nodi 2 e 3, la Cupola e il modulo permanente Leonardo. Anche il laboratorio europeo Columbus ha visto il contributo dell’industria italiana.
Italiani sono anche i moduli di rifornimento Mplm che hanno servito la Stazione dal 2001 al 2011, frutto di un accordo diretto con la Nasa che ha valso all’Asi tre voli di breve durata e tre di lungo periodo per i nostri astronauti e che prevede, ancora oggi, la maturazione di ulteriori opportunità di volo.
Dal pensionamento dello Shuttle, avvenuto nel 2011, l’accesso umano alla Iss è prerogativa della Russia con il sistema Soyuz, ma entro il 2020 dovrebbero entrare in servizio le prime navette private per il trasporto di equipaggio, le americane Dragon 2 di SpaceX e Cst-100 Starliner di Boeing.
Oltre 230 persone di 18 diverse nazionalità hanno visitato la base, tra queste 5 astronauti italiani, Guidoni, Vittori, Nespoli, Parmitano e Cristoforetti e 7 sette turisti spaziali.
Osservatorio spaziale, laboratorio scientifico, luogo in cui si testano tecnologie di ultima generazione, la Stazione è un esclusivo centro di ricerca internazionale in ambiente di microgravità. Nell’aprile di quest’anno, la Iss contava all’attivo la realizzazione di oltre 2400 esperimenti scientifici di cui circa settanta italiani, alcuni dei quali installati in modo permanente.
Il futuro della Stazione, attualmente finanziata fino al 2024, prevede diversi possibili scenari ancora al vaglio delle agenzie spaziali tra cui una gestione mista tra pubblico e privato che potrebbe estenderne la vita operativa fino al 2028 e oltre.