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Il telescopio spaziale Hubble ha osservato i cambiamenti di Urano, settimo pianeta per distanza dal Sole; nell’arco di 20 anni ha svelato alcune caratteristiche proprie di questo gigante gassoso, in particolare della sua atmosfera.

Un aspetto che lo contraddistingue all’interno del Sistema Solare è l’orientamento del suo asse di rotazione che lo mostra ‘coricato’ mentre gira intorno alla nostra stella. Ora, nuove scoperte lo continuano a differenziare dai suoi vicini ghiacciati.

Mentre impiega 84 anni per completare una rivoluzione intorno a Sole, il telescopio spaziale, dal 2002 al 2022, ha potuto osservare i cambiamenti atmosferici di una sola stagione. Con i dati di Hubble sulla composizione atmosferica del pianeta, gli astronomi hanno scoperto nuove dinamiche su come Urano risponde ai cambiamenti della luce solare.

La sua atmosfera è composta principalmente da idrogeno ed elio, con una piccola quantità di metano e tracce di acqua e ammoniaca. È il metano che conferisce al gigante gassoso il suo colore ciano assorbendo le lunghezze d’onda rosse della luce solare ed è proprio la concentrazione di questo elemento che lo caratterizza rispetto a Giove e Saturno.

Il team Hubble ha osservato Urano nel 2002, 2012, 2015 e 2022 e ha scoperto che, a differenza degli altri giganti gassosi, il metano non è distribuito uniformemente nella sua atmosfera e che scarseggia ai poli.

Mentre questo impoverimento è rimasto costante nei due decenni, la struttura delle nubi (aerosol) e della foschia è cambiata. Le osservazioni mostrano come le condizioni variano di pari passo ai raggi solari che, dall’inizio alla fine delle osservazioni, si sono spostate dalla zona equatoriale verso il polo nord. Nel 2030 avremo il solstizio estivo settentrionale.

La prima fila dell’immagine mostra Urano nella luce visibile, e cioè come il suo colore appare all’occhio umano. Nella seconda, il colore e la luminosità corrispondono alle quantità di metano e aerosol (che prima di Hubble non potevano essere distinte). Nella terza fila, le aree luminose indicano una maggiore quantità di nuvole, mentre le aree scure rappresentano condizioni più limpide. La quarta fila indica la presenza di metano, nelle aree luminose scarseggia, mentre nelle aree scure è più presente.

Le osservazioni a lungo termine su questo lontano gigante di ghiaccio forniscono dati preziosi lo studio di esopianeti di dimensioni e composizione simili.

 

Immagine di copertina: i cambiamenti di Urano dal 2002 al 2022 osservati da Hubble – Crediti: Nasa, Esa, E. Karkoschka