La missione Euclid, partita il 1° luglio 2023 con l’obiettivo di approfondire la conoscenza dell’energia e della materia oscura, ha rivelato un anello di Einstein, ovvero una lente gravitazionale.
Si tratta di un fenomeno estremamente raro, scovato nella galassia Ngc 6505. A formare l’anello è la luce proveniente da un altro oggetto celeste molto più lontano e non visibile dalla nostra prospettiva. Si tratta di una galassia distante ben 4,42 miliardi di anni luce la cui emissione luminosa viene alterata e distorta dalla massa di Ngc 6505. Quest’ultima è nota agli astronomi dal 1884, eppure l’anello di Einstein che si forma grazie a essa non era mai stato scoperto prima. Euclid l’ha scovato per caso durante le sue attività di esplorazione dell’Universo.
Secondo quanto dichiarato da Bruno Altieri, scienziato Esa e tra gli autori dello studio pubblicato sulla rivista scientifica Astronomy&Astrophysics, la scoperta è avvenuta grazie all’esame delle immagini iniziali raccolte dal telescopio spaziale a settembre 2023. Trattandosi di un test, le foto erano fuori fuoco, ma il ricercatore è riuscito a individuare al centro della galassia l’insolito e sorprendente fenomeno. «Ho guardato i dati di Euclid quando sono arrivati. Anche da quella prima osservazione, ho potuto vederlo, ma dopo che Euclid ha fatto più osservazioni dell’area, abbiamo potuto vedere un perfetto anello di Einstein. Per me, con un interesse da tutta la vita per le lenti gravitazionali, è stato incredibile» ha dichiarato lo studioso.
L’Italia ha un ruolo centrale nella missione Euclid, in quanto coordina il Ground Segment scientifico (Sgs) che ha la responsabilità della pianificazione delle osservazioni, del primo controllo di qualità, della verifica delle prestazioni degli strumenti in orbita, della riduzione dei dati, dalla telemetria fino ai prodotti necessari per l’analisi scientifica.
In questo contesto, il nostro Paese ha anche la gestione diretta della verifica delle prestazioni dello strumento Near Infrared Spectrometer Photometer (Nisp), che, insieme al Visible Instrument (Vis), sonda il cielo extragalattico con lo scopo di ottenere immagini ad altissima risoluzione e misurare gli spettri di milioni di galassie.
Abbiamo sentito Elisabetta Tommasi Di Vignano, responsabile per Asi dell’accordo con gli istituti scientifici italiani impegnati nella missione, che ha così commentato: «Ancora una volta Euclid ci sorprende con un’immagine spettacolare e ricca di informazioni scientifiche di un oggetto celeste già noto. Nonostante siano progettati per osservare l’Universo lontano e studiare le elusive energia e materia oscura (anzi, proprio per questo), le eccezionali prestazioni del telescopio e dei due strumenti di Euclid offrono nuovi punti di vista anche di oggetti vicini e già conosciuti. Il livello di definizione di questa immagine dimostra che anche il lavoro di processamento dei dati che si svolge a terra sta raggiungendo gli obiettivi voluti, un ottimo auspicio per la prossima Data Release detta Q1, prevista a marzo, che per la prima volta metterà a disposizione di tutta la comunità scientifica una parte di quanto osservato finora da Euclid».
Nell’immagine in alto l’anello di Einstein catturato da Euclid. (Crediti: Esa)