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Ha la coda ma non è una cometa: Wasp-69b è un gigante gassoso grande quanto Giove, situato a 160 anni luce dalla Terra. Questo esopianeta sta lentamente perdendo ‘pezzi’ della sua atmosfera, lasciando dietro di sé una scia gassosa che si estende per oltre 7,5 volte il raggio del pianeta, pari a circa 560mila chilometri.

Wasp-69b sta subendo un processo di fotoevaporazione: la radiazione ultravioletta emessa dalla sua stella riscalda l’atmosfera esterna del pianeta, strappando via i gas che la compongono, principalmente elio e idrogeno. Questa ‘fuga di gas’ non si distribuisce in maniera sferica e uniforme attorno al pianeta, ma viene modellata in una coda esoplanetaria. A scolpire questa coda è il vento stellare, un flusso continuo di particelle cariche che si espande dalla corona, lo strato più esterno dell’atmosfera della stella.

Studi precedenti mostravano già che Wasp-69b stesse perdendo parte della sua atmosfera e che avesse una coda. Ora, una nuova ricerca -pubblicata su The Astrophysical Journal – riporta osservazioni più precise, effettuate grazie all’Osservatorio Keck, alle Hawaii, e al suo spettrografo ad alta risoluzione Nirspec.  I risultati mostrano un’asimmetria temporale nella perdita atmosferica: il gas continua a essere rilevato per oltre 1,28 ore dopo il transito del pianeta davanti alla sua stella. Questo suggerisce che i venti stellari, variabili nel tempo, giocano un ruolo cruciale nel forgiare la coda, modellandone la velocità e la configurazione. Tali fluttuazioni, oltre a modificarne forma e dimensioni, ne influenzano anche le osservazioni, dato che la scia è visibile solo quando illuminata dalla luce della stella.

«Se il vento stellare si attenuasse, potremmo immaginare che il pianeta continui a perdere parte della sua atmosfera, ma senza che questa si trasformi in una coda», spiega Dakotah Tyler, autore principale dello studio. «Se invece il vento stellare si intensifica, quell’atmosfera viene scolpita in una coda».

Wasp-69b sta perdendo una grande quantità di gas, circa 200mila tonnellate al secondo. A questo ritmo, il pianeta non rischia di essere completamente spogliato della sua atmosfera in tempi brevi. In generale, ogni miliardo di anni, il pianeta perde una quantità di materiale pari alla massa della Terra. Quindi, anche se la sua atmosfera si sta esaurendo, il pianeta non è destinato a scomparire rapidamente.

Lo studio di questi fenomeni offre importanti opportunità per risalire ai meccanismi che regolano la relazione tra le atmosfere planetarie e le dinamiche stellari, con uno sguardo rivolto al comportamento di stelle oltre il nostro Sole.

 

In apertura: rappresentazione artistica della coda di Wasp-69b, come risultato della fuoriuscita della sua atmosfera. Crediti: W. M. Keck Observatory/Adam Makarenko