Urano non è così anomalo come lo abbiamo pensato finora, almeno dal punto di vista magnetico.
Dopo quasi 40 anni, gli sconcertanti misteri della magnetosfera del pianeta mostrati da Voyager 2 si sono rivelati, infatti, frutto di un inganno a opera del Sole.
Era il 1986 quando la sonda Nasa ha effettuato quello che rimane tuttora l’unico passaggio ravvicinato di Urano. Questo storico flyby ha mostrato agli scienziati una scoperta del tutto inaspettata: il campo magnetico di Urano manifestava forti asimmetrie e la presenza di fasce di elettroni altamente energetici. Peculiarità questa assai misteriosa dato che non era stata rilevata alcuna fonte di particelle eccitate che potesse alimentare queste cinture di radiazioni con un’intensità straordinaria. L’assenza di qualsiasi forma di plasma carico ha, inoltre, portato gli scienziati a credere che le lune di Urano fossero inerti, dato che una loro attività avrebbe dovuto al contrario produrre gas ionizzato.
Ora, una nuova analisi dei dati raccolti 38 anni fa da Voyager 2 svela che pochi giorni prima della visita della sonda Urano era stato investito da un intenso vento solare, un flusso eccezionale di particelle espulse dal Sole che ha schiacciato drasticamente la magnetosfera del pianeta, causando così la temporanea mancanza di plasma attorno a esso.
Questa risoluzione dell’inganno permette agli scienziati di tornare a ritenere plausibile l’ipotesi che le lune di Urano possano essere attive e che in realtà abbiano sempre emesso ioni nella sua magnetosfera.
Le anomalie di Urano sono in realtà un inganno a Voyager 2
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