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Sempre più verdeggiante a causa di una copertura vegetale che si sta spingendo a latitudini un tempo impensabili: è la situazione che la crisi climatica ha prodotto nella Penisola Antartica, dove la coltre glaciale sta cedendo il posto a banchi e collinette di muschio. Ad attestare il processo – chiamato greening – sono i dati satellitari raccolti in un lasso di tempo compreso tra il 1986 e il 2021 e utilizzati per un nuovo studio di Nature Geoscience; l’indagine, svolta da un team di scienziati inglesi, è stata coordinata dall’Università di Exeter e ha visto la partecipazione del British Antarctic Survey, un’istituzione che da oltre 60 anni si occupa di ricerca scientifica e divulgazione sull’Antartide.

La Penisola Antartica si protende dall’Antartide occidentale, puntando a nord verso le estreme propaggini dell’Argentina; la regione è caratterizzata da una situazione di grande fragilità ed è spesso al centro dell’attenzione degli studiosi per le condizioni delle sue piattaforme glaciali. Gli autori dello studio hanno utilizzato i dati di Landsat, programma di osservazione della Terra che vede insieme la Nasa e l’agenzia governativa Usgs (United States Geological Survey) e che è attivo dal 1972, anno di lancio del Landsat 1; la longevità di questo programma ha permesso ai ricercatori di operare su archi temporali molto estesi.

Dall’analisi dei dati è emerso che la copertura vegetale della Penisola Antartica è passata da un’estensione inferiore al chilometro quadrato nel 1986 a quasi 12 chilometri quadrati nel 2021. La situazione è andata peggiorando negli ultimi anni: nel periodo compreso tra 2016 e 2021, infatti, l’incremento del greening è stato di oltre 400mila metri quadrati all’anno.

Il paesaggio della penisola, quindi, pur essendo ancora dominato da ghiaccio, neve e rocce, ha visto un consistente accrescimento della presenza di muschi a causa della crisi climatica. Il terreno di questa regione – e più in generale dell’Antartide – è particolarmente povero se non addirittura inesistente, ma questo incremento della vegetazione produce un aumento di materiale organico in grado di facilitare la formazione di nuovo suolo, che a sua volta favorirà l’espansione delle piante. A questo fenomeno si aggiunge il rischio della potenziale introduzione di specie invasive, che potrebbero giungere in questa zona remota con le visite di scienziati e altri visitatori.

«Le nostre scoperte sollevano serie preoccupazioni sul futuro ambientale della Penisola Antartica e del continente nel suo complesso – ha commentato Thomas P. Roland, ricercatore all’Università di Exeter e primo autore dello studio – Per proteggere l’Antartide, dobbiamo comprendere questi cambiamenti e identificare con precisione cosa li sta causando».

In alto: l’andamento del greening in Antartide (Crediti: Thomas P. Roland et al.) – L’immagine nelle sue dimensioni originali a questo link

In basso: il fenomeno del greening sull’Isola Ardley, situata a circa 120 km a nord della Penisola Antartica (Crediti: Dan Charman) 

Il fenomeno del greening in Antartide