I depositi di ghiaccio nella polvere e nella roccia lunare sono più diffusi di quanto ipotizzato fino adesso.
E’ quanto emerge da un nuovo studio, pubblicato su Planetary Science Journal, che utilizza i dati del Lunar Reconnaissance Orbiter (Lro), la sonda della Nasa che dal 2009 osserva nostro satellite in cerca di risorse e quindi possibili siti di atterraggio per le missioni che riporteranno l’Uomo sulla Luna.
In precedenza, le zone in cui sono state rilevate tracce di ghiaccio sono le Regioni Permanentemente in Ombra (Psr) poiché lo stretto angolo del Sole in queste aree non ha permesso il passaggio di luce solare per miliardi di anni, rimanendo perennemente in condizioni di freddo estremo.
Il modello emerso dalle nuove analisi ha fornito delle mappe che mostrano dove c’è più probabilità di trovare ghiaccio e perché, all’interno delle regioni permanentemente in ombra ma oltre il Polo Sud.
«Abbiamo scoperto che ci sono prove diffuse di ghiaccio d’acqua all’interno delle Regioni Permanentemente in Ombra al di fuori del Polo Sud, verso almeno 77 gradi di latitudine sud – ha detto Timothy P. McClanahan del Goddard Space Flight Center della Nasa e autore principale della ricerca – Tuttavia non possiamo determinare con precisione il volume dei depositi di ghiaccio dei Psr o identificare se potrebbero essere sepolti sotto uno strato asciutto di regolite».
Si ipotizza che il ghiaccio si unisca alla regolite lunare attraverso le reazioni chimiche generate dagli impatti di comete e meteore. Successivamente queste molecole di ghiaccio vengono staccate dalla regolite sempre a causa di impatti, ma anche a causa delle radiazioni spaziali o della luce solare, per viaggiare attraverso la superficie lunare fino a quando non arrivano in un Prs dove vengono intrappolate dal freddo estremo.
Lo studio ha anche mappato dove ci si aspetterebbe la presenza di depositi di ghiaccio più piccoli, meno numerosi o con concentrazioni inferiori, che si verificano principalmente verso aree più calde e periodicamente illuminate.
La ricerca di ghiaccio sul nostro satellite è fondamentale per le future spedizioni lunari. Oltre a essere un bene primario, l’acqua potrebbe essere utilizzata per la protezione dalle radiazioni o scomposta nei suoi componenti di idrogeno e ossigeno per produrre carburante per razzi, energia e aria respirabile.
Immagine in evidenza: Un’area del della superficie lunare a 80 gradi di latitudine Sud. In blu, le regioni permanentemente in ombra (Psr), sovrapposte a una mappa digitale dell’elevazione della superficie lunare, in grigio – Crediti: Nasa, Timothy P. McClanahan