La microgravità indebolisce i tessuti delle cellule del muscolo cardiaco. Lo afferma uno studio condotto dalla Johns Hopkins Medicine e pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. La ricerca è incentrata sui possibili effetti negativi che possono interessare la salute degli astronauti e potrebbe avere ricadute per le cure per i cardiopatici.
Il team di ricercatori ha inviato 48 campioni di tessuto cardiaco umano per 30 giorni sulla Stazione Spaziale Internazionale, a bordo della missione di SpaceX Crs-20, lanciata a marzo 2020.
Gli studi effettuati in precedenza hanno dimostrato che alcuni astronauti tornano sulla Terra con ridotta funzione muscolare del cuore e aritmie che si attenuano nel corso del tempo. Per riuscire a mitigare gli effetti negativi causati dalle lunghe permanenze nello spazio gli studiosi del Johns Hopkins hanno ha lavorato su alcune cellule staminali pluripotenti indotte (Ipscs) bioingegnerizzate per farle sviluppare in cellule muscolari cardiache (cardiomiociti).
Una volta giunti sulla Iss, i tessuti sono stati affidati all’’astronauta Jessica Meir, che ha cambiato i nutrienti liquidi una volta a settimana permettendo la conservazione del materiale per le successive analisi. Nel frattempo i ricercatori a terra hanno curato lo stesso set di tessuti, per confrontarlo con quelli nello spazio.
Oltre a perdere forza i tessuti muscolari cardiaci nello spazio hanno sviluppato aritmie, alterazioni del battito che possono portare a un’insufficienza cardiaca. Normalmente l’intervallo tra un battito e l’altro è di circa un secondo. Contrariamente a ciò ò che accade sulla Terra sulla Iss l’arco temporale è aumentato fino a diventare quasi cinque volte più lungo.
Il laboratorio della Johns Hopkins ha inviato un secondo gruppo di tessuti sulla Stazione Spaziale nel 2023, per testare farmaci che potrebbero proteggere le cellule dagli effetti della microgravità. Questo studio è tuttora in corso e questi farmaci potrebbero favorire il buon mantenimento della funzionalità cardiaca durante le varie fasi della vita umana.
Immagine in apertura: un campione di tessuto cardiaco all’interno della provetta prima del lancio. Crediti: Jonathan Tsui