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Sono stati promossi e ora sono in piena attività, fornendo i loro servizi di navigazione agli utenti finali: sono i due nuovi satelliti della ‘famiglia’ di Galileo, che hanno recentemente superato i test in orbita. Si tratta dei satelliti 29 e 30 che, lanciati lo scorso 28 aprile, hanno poi raggiunto la loro destinazione ad un’altitudine di 23.222 chilometri e sono stati appunto dichiarati operativi; ambedue i satelliti sono stati dispiegati sullo stesso piano orbitale, uno dei tre che costituiscono la costellazione Galileo.

Due dei tre piani orbitali della costellazione sono ormai ‘popolati’ e per giungere al suo completamento manca solo un lancio. La prossima coppia satellitare sarà lanciata nel giro di poche settimane dal Kennedy Space Center della Nasa con un Falcon 9, lo stesso vettore che ha portato in orbita i componenti 29 e 30.

I due satelliti sono stati testati pezzo per pezzo in modo da verificare che non avessero subito danni a seguito del lancio; le prove hanno riguardato piattaforme e carichi utili, compresi orologi e antenne e sono state eseguite da un team di tecnici dell’Esa e delle industrie Ohb e Sstl. L’Esa, in collaborazione con l’Euspa (Eu Agency for the Space Programme), ha validato la performance della coppia 29 e 30 a livello di sistema e, alla luce di questi risultati, il Security Accreditation Board dell’Euspa ha dato l’autorizzazione all’inizio della loro attività. Il raggiungimento della piena operatività da parte dei componenti 29 e 30 ha incrementato l’accuratezza del sistema e garantisce la disponibilità e la forza del segnale Galileo.

Progettato dall’Unione Europea e dall’Esa con un importante contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana, Galileo ha enormi potenzialità di impiego nei più diversi settori, dall’energia ai trasporti, dall’agricoltura alla finanza. A regime, il sistema consiste di 30 satelliti (27 operativi e tre di riserva) orbitanti su 3 piani inclinati sull’equatore (Meo, Medium Earth Orbit circolare) alla quota sopra indicata.

 

In alto: elaborazione artistica di uno dei satelliti Galileo (Crediti: Esa – P. Carril)