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Tornerà senza astronauti e il suo atterraggio è previsto allo spazioporto di White Sands nel Nuovo Messico: sarà questa, dopo 3 mesi, la conclusione dell’esperienza spaziale di Starliner, la capsula della Boeing che durante il volo di test con equipaggio a bordo ha subito delle perdite di elio.

La Nasa, che ha deciso per il rientro ‘a vuoto’ per motivi di sicurezza lo scorso 24 agosto, ha comunicato ieri che la navetta si staccherà dalla Stazione Spaziale Internazionale il 6 settembre alle 18:04 Eastern Time (le 00:04 del giorno dopo in Italia) con arrivo a White Sands alle 00:03 (Et) del 7. Le previsioni meteorologiche sono favorevoli, ma i tecnici Nasa hanno comunque previsto una data di ‘riserva’ per questo viaggio, il 10 settembre. La capsula non effettuerà una separazione graduale dalla Stazione, ma si sgancerà in maniera relativamente veloce effettuando una manovra chiamata ‘breakout burn’: dato che Starliner viaggerà senza equipaggio – spiegano i tecnici Nasa – non sono molte le variabili da tenere presente nel distacco e quindi il veicolo potrà essere condotto sulla traiettoria di rientro in tempi più brevi.

Una volta che la navetta si sarà allontanata dalle vicinanze della Iss, saranno effettuati nuovi test sui propulsori, molto probabilmente su quelli posteriori che hanno appunto presentato dei problemi; uno di questi, infatti, sembrava aver perso del tutto la spinta durante la manovra di avvicinamento alla Stazione e non si era ‘ripreso’ nelle prove svolte successivamente. Questi test consisteranno in brevi impulsi, della durata di circa 0,1 secondi ma comunque sufficienti per verificare la qualità della loro performance: in questo modo saranno raccolti ulteriori dati per connotare al meglio i problemi della capsula e cercare di adottare delle misure correttive per poterle assegnare la certificazione per trasportare gli astronauti.

Per quanto riguarda le perdite di elio (in tutto ne sono state riscontrare cinque), i tecnici hanno ipotizzato che siano connesse al deterioramento di una guarnizione esposta a vapori ossidanti; quindi, è probabile che debbano essere ripensati il materiale della guarnizione oppure le sue dimensioni. Anche il surriscaldamento prodotto dall’accensione dei propulsori potrebbe aver avuto un ruolo. Al momento, la Nasa non ha specificato né le tempistiche dei controlli da eseguire sulla capsula dopo il viaggio di rientro né quelle di eventuali azioni correttive.

Leggi l’approfondimento di Globalscience su Starliner 

In alto: la capsula Starliner (Crediti: Nasa)