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La Cina registra un altro successo lunare. Ieri, 2 giugno, quando in Italia erano le 00:23, Chang’e-6 ha effettuato un atterraggio morbido sul lato nascosto della Luna raggiungendo la parte meridionale del cratere Apollo, all’interno del bacino del Polo Sud-Aitken.

Il lander cinese ha acceso il motore principale 14 minuti prima di toccare la superficie lunare, rallentando la sua velocità orbitale attorno alla Luna e iniziando così la discesa. Quando ha raggiunto una quota di 2,5 km dal suolo lunare, la propulsione ha permesso, inoltre, a Chang’e-6 di effettuare alcuni rapidi aggiustamenti di posizione.
Librando negli ultimi 100 metri di discesa, il lander ha individuato un sito di atterraggio sicuro grazie alla tecnologia Lidar e a telecamere ottiche tramite cui è riuscita a evitare potenziali pericoli.

Missione lanciata lo scorso 3 maggio dalla base di Wenchang a bordo di un vettore Lunga Marcia 5, quello di Chang’e-6 è il quarto atterraggio lunare su quattro tentativi effettuati complessivamente dal programma di Cnsa; il secondo avvenuto sul lato più lontano della Luna dopo lo storico successo nel 2019 di Chang’e 4, la prima sonda terrestre ad aver allunato sulla faccia nascosta.

Prima di Chang’e-4 tutte le missioni destinate alla superficie lunare si sono concentrate sul lato a noi più vicino, evitando così momenti ciechi nella comunicazione con i robot.
Per garantire la continuità di segnale con il lander Chang’e-6 durante la discesa sul lato nascosto la Cina ha, infatti, dovuto prima lanciare il satellite lunare cinese Queqiao-2 che ha di fatto costituito un ponte comunicativo tra lander e team di controllo a Terra.

Chang’e-6 mira, ora, a diventare la prima missione in assoluto a consegnare alla Terra campioni rocciosi dal lato nascosto. Circa 2 kg di frammenti lunari che il lander raccoglierà prima dalla regolite superficiale tramite una paletta, poi dal sottosuolo utilizzando un trapano.
Pur non essendo chiaro quando è previsto per Chang’e-6 il prelievo dei campioni, il loro lancio verso l’orbita lunare dovrà avvenire entro 48 ore dall’allunaggio, tramite un veicolo di ascesa che dovrà poi agganciarsi all’orbiter.
Questo trasferirà il bottino lunare all’interno di una capsula, che verrà rilasciata dal veicolo di ritorno poco prima di raggiungere la Terra. L’arrivo dei campioni sul nostro Pianeta è previsto per il 25 giugno.
Come dichiarato dal comunicato Cnsa, la separazione tra lander con il veicolo di ascesa, da una parte, e orbiter con il veicolo di ritorno, dall’altra, è stata effettuata lo scorso 30 maggio, tre giorni prima dell’allunaggio di successo.

A bordo della missione Chang’e-6 anche tanta Europa, compresa l’Italia: tra i carichi internazionali vi sono lo strumento Nils di Esa, un rilevatore di ioni negativi riflessi dalla superficie lunare, lo strumento francese Dorn, per la rilevazione di radon e polonio nella regolite lunare, e, infine, lo strumento italiano Inrii, retroriflettore angolare laser realizzato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Frascati.

 

Immagine in evidenza: ripresa della superficie lunare di Chang’e-6 pochi minuti prima del suo allunaggio del 2 giugno. Crediti: Cnsa