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Nel 2022, dopo un trentennio di ricerche, il loro numero ha toccato quota 5mila e continua a crescere, annoverando esemplari dalle più svariate caratteristiche: sono gli esopianeti, affascinanti mondi extrasolari costantemente al centro dell’attenzione degli scienziati e protagonisti di uno studio da poco pubblicato su The Astrophysical Journal – Supplement Series. Il saggio consiste in un catalogo di 126 esopianeti scoperti di recente grazie alla sensibilità degli strumenti di Tess (Transiting Exoplanet Survey Satellite), satellite della Nasa lanciato nel 2018 per andare a caccia di questi corpi celesti con il metodo del transito.

Il catalogo, frutto del lavoro di un ampio team internazionale, comprende un suggestivo mix di esopianeti, da quelli caratterizzati da condizioni estreme a quelli che potrebbero essere abitabili. Il gruppo di lavoro ha misurato massa e raggio di ogni corpo celeste, integrando i dati raccolti da Tess con quelli dell’Osservatorio Keck alle Hawaii. Gli esopianeti per i quali sono state effettuate ambedue le misurazioni – spiegano gli studiosi – sono relativamente pochi, mentre questi dati sono di grande importanza per approfondirne i processi di formazione e la composizione.

Lo sviluppo del catalogo, definito ‘Tess-Keck Survey’ ha richiesto tre anni di lavoro intenso su 126 pianeti, di cui 120 confermati e 6 candidati; in particolare, il team ha analizzato oltre 13mila misurazioni di velocità radiale per calcolare le masse. L’utilità di questa mappatura è attestata, ad esempio, da un recente studio di The Astronomical Journal, basato appunto su di essa e dedicato alla scoperta di due nuovi pianeti: Toi-1386 b e Toi-1798 c. Il primo, che ha una massa e un raggio intermedi tra quelli di Nettuno e Saturno, è stato definito un ‘sub-Saturno’, una categoria che sembra piuttosto rara e che sta facendo discutere gli scienziati. Il secondo, invece, è un ‘velocista’: orbita così rapidamente intorno alla sua stella che un suo anno corrisponde a meno di mezza giornata sulla Terra.

Gli autori del catalogo ritengono che il loro strumento sia utile anche per approfondire alcune dinamiche del Sistema Solare: ad esempio, capire se il nostro sistema planetario è inusuale e come si colloca rispetto ad altri sistemi. «Siamo insoliti? La ‘giuria’ non ha ancora deciso su questo – ha commentato Stephen Kane, astrofisico dell’Università della California-Riverside e ricercatore principale della Tess-Keck Survey – ma il nostro nuovo catalogo relativo alle masse rappresenta un passo importante verso la risposta a questa domanda».

In alto: dettaglio dell’elaborazione artistica dei pianeti oggetto del catalogo (Crediti: W.M. Keck Observatory/Adam Makarenko). L’immagine completa qui sotto 

Gli esopianeti del catalogo Tess-Keck