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La maggior parte dei pianeti extrasolari, oltre 5.400 scoperti fino ad oggi, ha delle caratteristiche comuni che servono come punti di riferimento per la comprensione dei sistemi planetari.

Ora, un gruppo internazionale di astronomi, attraverso gli osservatori del Wide Angle Search for Planets (Wasp), ha individuato un pianeta decisamente singolare, un gigante gassoso, superleggero. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Astronomy, potrebbe essere una chiave per svelare il mistero di come si formano questi rari corpi celesti.

L’enorme e bizzarro pianeta si chiama Wasp-193b, si trova nella Via Lattea e orbita intorno a una stella simile al Sole situata a 1.232 anni luce dalla Terra; rispetto a Giove è grande una volta e mezza, ma ha circa un decimo della sua densità, così bassa che gli studiosi la paragonano a quella dello ‘zucchero filato’. In realtà è il secondo pianeta più leggero scoperto fino ad oggi, dopo un pianeta più piccolo, di tipo nettuniano, Kepler 51d.

«Trovare questi oggetti giganti con una densità così bassa è davvero raro. Wasp-193b è così leggero che ci sono voluti quattro anni per raccogliere dati e dimostrare che esisteva un segnale di massa, seppur lieve – ha detto Khalid Barkaoui, autore principale dello studio e ricercatore del Massachusetts Institute of Technology – Esiste una classe di pianeti chiamati ‘puffy Jupiter’ (che si può tradurre con ‘gioviani gonfi’) e questo è un caso estremo di quella classe».

Alla fine, gli studiosi hanno calcolato una massa circa 0,14 quella di Giove. La sua densità, derivata dalla sua massa, ammonta a circa 0,059 grammi per centimetro cubo. In paragone, Giove ha una massa di circa 1,33 grammi per centimetro cubo e la Terra, che è più consistente, di 5,51 grammi per centimetro cubo.

Nonostante l’origine di questi oggetti sia ancora oscura, i ricercatori sono ottimisti sui dati che offrirà quest’ultima scoperta. «Non possiamo spiegare come si è formato questo pianeta sulla base di modelli evolutivi classici. Osservare più da vicino la sua atmosfera ci permetterà di ottenere un percorso evolutivo di questo pianeta» ha aggiunto Francisco Pozuelos, co-autore dello studio e ricercatore presso l’Istituto di Astrofisica dell’Andalusia, in Spagna.

I ricercatori ipotizzano che Wasp-193b sia composto principalmente da idrogeno ed elio, come la maggior parte degli altri giganti gassosi della galassia. Nel nostro caso specifico, questi gas probabilmente gonfiano l’atmosfera in modo estremo, anche per decine di migliaia di chilometri rispetto a quanto avviene per l’atmosfera di Giove. Come un pianeta possa gonfiarsi così tanto mantenendo una densità superleggera è una domanda a cui nessuna teoria esistente sulla formazione planetaria può ancora rispondere. «Più grande è l’atmosfera di un pianeta, maggiore è la quantità di luce che può attraversarla – ha spiegato Julien de Wit, professore di Scienze della Terra, dell’atmosfera e dei pianeti persso il Mit – Quindi è chiaro che questo pianeta è uno dei migliori obiettivi che abbiamo per studiare gli effetti atmosferici. Sarà una Stele di Rosetta per cercare di risolvere il mistero dei gioviani gonfi».

Per ottenere un quadro migliore di questi ‘gioviani gonfi’, il gruppo di ricerca ritiene che Wasp-193b sia un candidato ideale per studi successivi da parte di osservatori come il James Webb Space Telescope.

 

Immagine di copertina: illustrazione di Wasp-193b – Crediti: K. Ivanov