Si chiama orizzonte degli eventi ed è il confine oltre il quale nulla può scappare all’attrazione di un buco nero. Una nuova simulazione della Nasa porta ora gli spettatori oltre questo punto di non ritorno.

Grazie al supercomputer Discover del Nasa Center for Climate Simulation, l’astrofisico Jeremy Schnittman del Goddard Space Flight Center ha simulato un viaggio verso un buco nero supermassiccio con una massa pari a 4,3 milioni di volte quella del nostro Sole.

La simulazione parte da 640 milioni di chilometri di distanza; nell’avvicinarsi all’orizzonte degli eventi, simulato con un’estensione di circa 25 milioni di chilometri, si può ammirare dapprima il disco di accrescimento, ossia la nube di gas incandescente che circonda il supermassiccio. Oltre a questo anello di fuoco è visibile anche la sfera di fotoni, struttura luminosa che si forma più vicino al buco nero grazie alla luce che vi orbita una o più volte attorno.

Sempre più vicini all’orizzonte degli eventi, la luce del disco e della sfera di fotoni si altera sempre più a causa della deformazione dello spazio-tempo che attraversa. Questa deformazione è percepibile dallo spettatore in quanto l’immagine della telecamera rallenta e sembra bloccarsi poco prima di raggiungere il punto di non ritorno. Una volta superato questo confine, la telecamera precipita, così come lo spazio-tempo in cui si muove, verso il centro del buco nero distruggendosi definitivamente.
La simulazione offre però anche uno scenario alternativo, in cui invece la telecamera orbita vicino all’orizzonte degli eventi senza mai attraversarlo, riuscendo così a fuggire e a rimanere incolume.