Quello di Chandrayaan-3 è stato l’allunaggio che ha sollevato la minore quantità di regolite tra tutte le missioni lunari. A confermarlo è un nuovo studio presentato da Isro, l’Organizzazione indiana per la ricerca spaziale, alla Lunar and Planetary Science Conference tenutasi in Texas.
L’orbiter della missione precedente Chandrayaan-2 ha infatti scattato immagini prima e dopo lo storico allunaggio di Chandrayaan-3 del 23 agosto 2023, impresa che ha reso l’India il quarto paese ad aver inviato una sonda sul nostro satellite, dopo Unione Sovietica, Stati Uniti e Cina.
Il lavoro degli esperti Isro sottolinea come il lander lunare indiano abbia a malapena sollevato polvere lunare durante la sua discesa, questo grazie a una configurazione unica dei motori.
Accesi per ridurre la velocità di discesa e permettere così un allunaggio morbido, sono infatti i motori coi relativi gas di scarico a sollevare dalla superficie la polvere lunare, che si espande creando un pennacchio a causa della bassa gravità e della mancanza di un’atmosfera sulla Luna.
Iniziando la sua frenata a 30 km di quota, Chandrayaan-3 ha potuto spegnere due dei suoi quattro motori quando ha raggiunto un’altitudine di 800 metri, lasciando operativi solo quelli diagonali. Questa loro posizione e la minor potenza di motori mai utilizzata durante un touchdown sulla Luna hanno creato un disturbo molto ridotto alla superficie lunare. La polvere sollevata è stata così limitata, probabilmente, ipotizzano i ricercatori, grazie anche alla massa del veicolo spaziale e alle proprietà specifiche della regolite nel sito di atterraggio, vicino al polo sud lunare.
La polvere si è depositata poi in 145 metri quadrati intorno al lander, come confermato dalle immagini del rover Pragyan rilasciato da Chandrayaan-3. Ora, l’India sta pianificando la sua prossima missione lunare, Chandrayaan-4, che dovrebbe decollare nel 2028 con l’obiettivo di portare rocce lunari sulla Terra.
Immagine in evidenza: Il lander Vikram della missione Chandrayaan 3 fotografato sulla superficie lunare dal rover Pragyan. Crediti: Isro