Silenzio in sala, ‘suona’ Chandra e le sue note trasportano gli ascoltatori nel cuore della nostra galassia. La Nasa, infatti, ha compiuto un ulteriore passo nella sonificazione delle informazioni raccolte da telescopi e osservatori spaziali, tra cui appunto Chandra: i dati sono stati trascritti su spartito in modo tale che la loro melodia possa essere effettivamente eseguita da musicisti. La sonificazione è una metodologia utilizzata di frequente da molti team di ricercatori per presentare temi scientifici in maniera accattivante: in questo modo, il grande pubblico può accostarsi ai dati utilizzando l’udito, un senso che di solito è meno coinvolto in queste attività di ricerca.

La Nasa è attiva dal 2020 in questa particolare metodologia divulgativa con il suo Chandra X-ray Center; sinora, però, nessuna delle melodie create era stata suonata da professionisti in carne ed ossa. Infatti, la conversione dei dati in suoni percepibili all’udito umano è sempre stata effettuata dai computer tramute specifici algoritmi. Il primo tentativo di questa nuova versione della sonificazione ha per protagonista la regione centrale della Via Lattea, che si estende per circa 400 anni luce e dove risiede il buco nero super-massiccio Sagittarius A*. L’immagine è stata realizzata con i dati dell’osservatorio a raggi X Chandra e ad essa hanno contribuito anche i telescopi Hubble nell’ottico e Spitzer (a riposo dal 2020) nell’infrarosso.

Per la realizzazione dello ‘spartito della Via Lattea’, la Nasa ha collaborato con la compositrice canadese Sophie Kastner: un’esperienza inedita per la musicista e per gli scienziati, come ha sottolineato Kimberly Arcand del team di Chandra. Kastner ha scelto di concentrarsi su piccole sezioni dell’immagine in modo da rendere i dati più fruibili al pubblico e da creare dei momenti clou su quelle aree che potrebbero passare in secondo piano durante l’esecuzione del brano. Il titolo della melodia è “Dove le linee parallele convergono” (Where Parallel Lines Converge) e il suo sparito è disponibile qui.

La composizione è stata incisa dall’Ensemble Eclat, un gruppo di 12 giovani musicisti canadesi che l’ha eseguita lo scorso 19 luglio alla McGill University di Montreal. «In un certo senso, questo è solo un altro modo con cui gli esseri umani interagiscono con il cielo notturno proprio come hanno fatto nel corso della storia – afferma Arcand – Utilizziamo strumenti diversi, ma il concetto di ispirarci al cielo per creare arte rimane lo stesso».

In alto: l’immagine della Via Lattea realizzata con i dati di Chandra, Hubble e Spitzer (Crediti: X-ray: Nasa/Cxc/Sao; Optical: Nasa/StScI; IR: Spitzer Nasa/Jpl-Caltech) 

Il video dell’esecuzione del brano (Crediti: Nasa/Cxc/A. Jubett & Priam David)