Undici anni e tre mesi oppure 4mila sol (giorni marziani): è questo il tempo trascorso su Marte da Curiosity, il rover della Nasa giunto sul pianeta il 5 agosto 2012 per studiarne la geologia e il clima.

L’esploratore si è posato sul suolo del Cratere Gale e da allora è stato impegnato a indagare le pendici del Monte Sharp, situato all’interno del bacino. I sedimenti di questa montagna, alta 5 chilometri, risalgono a diverse epoche della storia di Marte e costituiscono una preziosa testimonianza dei cambiamenti climatici verificatisi sul pianeta.

Nonostante gli anni spesi in un ambiente ostile e qualche inevitabile ‘acciacco’, il rover continua il suo compito e ha appena effettuato il 39° prelievo di campioni rocciosi che ha raccolto da un’area chiamata Sequoia. Questa regione è stata scelta per la presenza di solfati, minerali che probabilmente si sono formati nell’acqua salata prima che Marte cominciasse a inaridirsi.

Fino ad oggi, Curiosity ha percorso 32 chilometri destreggiandosi tra insidie quali polveri e radiazioni; nel complesso ha tenuto duro, ma i tecnici della Nasa hanno riscontrato un problema con uno dei suoi ‘occhi’ elettronici. Si tratta della fotocamera sinistra dello strumento MastCam, utilizzato dal team della missione per determinare da lontano la composizione delle rocce in base alle loro lunghezze d’onda; dallo scorso 19 settembre è stato riscontrato un blocco nella ruota dei filtri della citata fotocamera, i cui effetti sono evidenti nelle immagini grezze. I tecnici, comunque, stanno lavorando per riportare la ruota alle sue impostazioni standard.

Nel caso in cui l’esito di queste ‘cure’ fosse negativo, gli scienziati dovrebbero fare affidamento solo sulla fotocamera destra di MastCam, modificando la procedura di raccolta delle immagini. Gli ingegneri della Nasa, inoltre, tengono costantemente sotto controllo le fonti di energia di Curiosity in modo che il rover abbia sufficiente ‘nutrimento’ per funzionare ancora a lungo. Infine, il team ha effettuato degli aggiornamenti di software per far superare al rover le insidie dell’usura che possono colpire, ad esempio, il braccio robotico e il sistema di perforazione.

Per Curiosity, dopo l’ultimo scavo, si prepara un periodo di riposo che si protrarrà sino al 28 novembre: infatti, Marte sta per ‘sparire’ dietro il Sole (congiunzione solare), il cui plasma può interagire con le onde radio e quindi interferire con i comandi del rover. Il laborioso esploratore si sta dunque godendo questa meritata pausa, ma nuovi impegni lo attendono: il suo team sta preparando la lista dei prossimi obiettivi di studio.

In alto: il rover Curiosity (Crediti: Nasa)