Produce spettacoli suggestivi come le aurore ma allo stesso tempo manda in tilt i satelliti, i sistemi di telecomunicazione e le reti elettriche: è il Sole che talvolta si fa ‘sentire’ più del dovuto, lasciando appunto il segno.

A patire le conseguenze dei brillamenti e di altre manifestazioni energetiche della nostra stella non sono solo apparecchiature e dispositivi, ma anche gli animali, in particolare quelli che fanno affidamento sul campo magnetico terrestre durante le migrazioni stagionali. In pratica, il Sole può mandare fuori fase i loro ‘sistemi di navigazione’ biologici.

Il tema è stato affrontato nel saggio “Space weather disrupts nocturnal bird migration”, appena pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori americani, coordinato dal Dipartimento di Ecologia e Biologia Evolutiva dell’Università del Michigan.

L’attenzione degli esperti si è concentrata sulle specie di uccelli che migrano di notte e il loro lavoro si è basato sui dati delle stazioni radar Doppler e Nexrad e di quelle geomagnetiche SuperMag. Questi dataset sono stati impiegati per verificare un possibile collegamento tra anomalie geomagnetiche e interferenze nei voli migratori notturni.

L’analisi di questo vasto insieme di informazioni ha evidenziato – durante eventi intensi di space weather – una riduzione compresa tra il 9 e il 17% nel numero degli uccelli migratori, sia in primavera che in autunno. Inoltre, i volatili in viaggio durante tali circostanze sembravano incontrare maggiori difficoltà nella ‘navigazione’, soprattutto in condizioni di cielo coperto durante l’autunno.

La scoperta – spiegano gli autori del saggio – sottolinea come le decisioni degli animali siano legate alle condizioni ambientali, comprese quelle che noi umani non percepiamo come le anomalie nel campo magnetico terrestre. Il nuovo studio, rispetto ad altri che in precedenza avevano affrontato lo stesso tema, è di ampio respiro temporale: sono stati utilizzati i dati di 23 anni di migrazioni di uccelli nell’area delle Grandi Pianure (America settentrionale), una vasta regione in cui l’influenza delle zone costiere e di quelle montuose è molto ridotta.

Oltre alla riduzione sopra citata, i dati evidenziano che gli uccelli migratori sembrano andare alla deriva con il vento più frequentemente durante le anomalie geomagnetiche che si verificano in autunno invece di affrontare i venti trasversali. Lo sforzo contro questo tipo di venti appare ridotto del 25%, soprattutto se il cielo è nuvoloso; secondo gli studiosi, questo dato suggerisce che la migrazione dei volatili può essere ostacolata da una combinazione tra segnali celesti oscurati e anomalie magnetiche.

In alto: migrazione di volatili e aurora boreale (Crediti: Grant Faint via Getty Images) 

In basso: le anomalie del campo magnetico terrestre influenzano i movimenti migratori degli uccelli (Crediti: John Megahan, Università del Michigan, da Gulson-Castillo et al. in Pnas, October 2023)