I dati raccolti della missione dell’Esa Rosetta continuano a fornirci informazioni preziose sulla composizione della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. In un nuovo studio pubblicato su Science Advances, un team di scienziati planetari del Jet Propulsion Lab del CalTech, dello Space Science Institute Colorado e dell’Università di Berna in Svizzera, ha utilizzato i dati dello strumento Rosina (Rosetta orbiter spectrometer for ion and neutral analysis) per studiare le particelle di polvere volatilizzate durante un’emissione di materiale verificatasi nel settembre 2016.

Dopo aver riscontrato il rilevamento di diverse specie di organosulfuri sulla superficie di 67P, gli scienziati hanno condotto simulazioni di laboratorio che indicano che la formazione di questo materiale è avvenuta in seguito a reazioni chimiche avviate dall’irradiazione di ghiacci misti contenenti idrogeno solforato. I risultati hanno evidenziato quanto la chimica dello zolfo cometario e la sua presenza nei materiali precometari sia importante per il rilevamento di materiali organosolfuri in altre comete e piccoli corpi ghiacciati utilizzando il James Webb Space Telescope .

Le misurazioni hanno permesso anche la rilevazione di sali di ammonio. I risultati dello studio indicano inoltre il predominio dello zolfo nell’ambiente cometario e una possibile origine chimica del ghiaccio per le specie portatrici di zolfo sulla superficie della cometa.

La missione Rosetta ha raggiunto la cometa 67P nell’agosto 2014 e per due anni ne ha studiato la composizione e il comportamento. Fondamentale il contributo italiano con la fornitura di 3 strumenti a bordo dell’orbiter e di alcuni sistemi del lander Philae, atterrato sulla superficie cometaria il 12 novembre del 2014.