È 3 volte più massiccio di Giove, eppure è il pianeta extrasolare meno massiccio di cui abbiamo un’immagine diretta: stiamo parlando di AF Lep b, esopianeta che orbita attorno a AF Leporis, una giovane stella simile al Sole distante circa 87,5 anni luce da noi. AF Lep b è stato scoperto dagli astronomi dell’Osservatorio W. M. Keck, situtato nelle Hawaiʻi, ed è uno dei primi esopianeti la cui esistenza è stata confermata grazie alla tecnica dell’astronometria. Questo è uno dei metodi diretti più antichi con cui sia possibile cercare altri mondi lontani.

Come i pianeti ruotano attorno a una stella, anche quest’ultima si muove intorno al centro del proprio sistema, chiamato centro di massa del sistema planetario. Questo movimento stellare, decisamente minore rispetto alle orbite seguite dai suoi mondi, subisce l’influenza gravitazionale che grandi pianeti vicini hanno sulla propria stella. L’astrometria si basa proprio sulla rilevazione delle piccole oscillazioni periodiche causate da questa influenza per dedurre l’esistenza di pianeti orbitanti.

Sfortunatamente, però, queste oscillazioni sono così piccole che i migliori telescopi esistenti non possono produrre misure abbastanza sicure, obbligando gli astronomi ad affidarsi parallelamente a diversi metodi osservativi.
AF Lep b è ora ufficialmente il primo pianeta scoperto con questa tecnica senza la necessità di ulteriori conferme da altri metodi di indagine.

Partendo dalle rilevazioni del movimento della stella AF Leporis, ottenute grazie a 25 anni di dati astronometrici da parte prima del satellite Hipparcos di Esa e poi di Gaia, missione Esa che vede l’importante contributo italiano, i ricercatori dell’Osservatorio Keck hanno identificato AF Leporis come una stella candidata a ospitare potenzialmente un pianeta.

Il sistema di ottiche adattive dell’Osservatorio Keck ha permesso quindi di fotografare direttamente AF Lep b sfruttando il coronografo Nirc2 del telescopio per sopprime la luce della stella ospite e mostrare il pianeta più chiaramente, nonostante questo sia 10.000 volte più debole della sua stella ospite.

Studio pubblicato su Astrophysical Journal Letters, questo risultato rappresenta così l’avvio di una nuova era per la scoperta di esopianeti.

«L’imaging dei pianeti è una sfida —afferma Kyle Franson, primo autore dell’articolo — Abbiamo solo circa 15 esempi e pensiamo che questo nuovo approccio ‘dinamicamente informato’, reso possibile dal telescopio Keck II e dall’imaging con ottica adattiva Nirc2, sarà molto più efficiente rispetto alle indagini alla cieca che sono state condotte negli ultimi due decenni».

 

Immagine in evidenza: Il movimento del pianeta extrasolare AF Lep b (macchia bianca a ore 10 circa) attorno alla sua stella ospite (al centro) è visibile in queste due immagini scattate nel dicembre 2021 e nel febbraio 2023. Crediti: Kyle Franson, Università del Texas a Austin/W. M. Keck