La formazione di nuove stelle potrebbe essere la causa delle perturbazioni nei campi magnetici delle galassie. È quanto suggerisce una ricerca del progetto internazionale Salsa che ha mappato nel lontano infrarosso 15 galassie vicine alla Via Lattea, tra cui galassie staburst e nuclei galattici attivi.
Lo studio ha utilizzato i dati ottenuti dal telescopio Sofia, progetto nato dalla collaborazione Nasa e Dlr, attivo a bordo di un Boeing 747SP dal 2010 al 2022.

I campi magnetici galattici sono assai tenui, un milione di volte più deboli del campo magnetico terrestre. Tuttavia potrebbero essere una parte fondamentale dell’evoluzione delle galassie con possibili influenze sul gas interstellare e sulla produzione di stelle. L’osservazione di queste interazioni è però assai difficile in quanto il campo magnetico galattico è estremamente complicato da rilevare. Le linee che lo compongono, infatti, non emettono alcuna luce e per di più si nascondono tra le stelle e le nubi di ciascuna galassia.

Lungo le stesse, però, si allineano i grani di polvere galattica che ne segnano, così, la direzione come se fossero briciole lasciate da Pollicino.
Per scovare questi granelli i ricercatori si sono affidati allo strumento Hawc+ a bordo del telescopio Sofia. La camera Hawc+ è, infatti, in grado di cogliere la luce polarizzata nel lontano infrarosso emessa dai grani di polvere allineati magneticamente. Captando questo segnale, i ricercatori sono riusciti, quindi, a tracciare i campi magnetici galattici e a dedurne gli effetti anche laddovè sono rimasti finora nascosti.

Dall’analisi, i campi magnetici sono risultati più disordinati nelle nubi di gas turbolento, denso e in formazione stellare, rispetto alle regioni galattiche dove è presente, invece, il gas interstellare diffuso. Questa differenza, secondo i ricercatori, potrebbe essere legata agli effetti della formazione stellare.

«I risultati dimostrano che i campi magnetici sono intrinsecamente legati alla formazione stellare e che la loro amplificazione può essere innescata dagli stessi processi che formano nuove stelle», afferma Alejandro S. Borlaff, primo autore della ricerca.

La ricerca del progetto Salsa è in fase di pubblicazione e accettata da The Astrophysical Journal.

 

Immagine in evidenza: Mosaico delle galassie selezionate dal progetto Salsa per studiare i loro campi magnetici. Crediti: Eso, Nasa, Esa, Hubble, Sofia, Jpl, Caltech, Univ. Roma Tre