Atmosfera in fuga da Hat-P 32b, esopianeta appartenente alla famiglia dei ‘Gioviani caldi’ (Hot Jupiter): è lo scenario riscontrato dagli astronomi che hanno puntato su questo corpo celeste lo sguardo elettronico del telescopio Hobby-Eberly (in Texas). La scoperta è stata illustrata nello studio “Giant tidal tails of helium escaping the hot Jupiter Hat-P 32b”, pubblicato su Science Advances; l’indagine, svolta da un gruppo di lavoro internazionale, è stata coordinata dal Dipartimento di Astronomia e Astrofisica dell’Università della California-Santa Cruz.

Hat-P 32b è un vero ‘peso massimo’ non solo per le dimensioni – che sono quasi il doppio di quelle di Giove – ma anche per il suo raggio, uno dei più ampi tra quelli dei pianeti extrasolari sinora noti. Il colosso orbita intorno alla stella Hat-P 32 che si trova a circa 950 anni luce dalla Terra ed è binaria.

Il pianeta è salito alla ribalta appunto per la perdita della sua atmosfera, evento da cui traggono origine delle vistose code che ‘volteggiano’ avanti e indietro in relazione al movimento del corpo celeste. Le code, costituite da gas elio, misurano più di 50 volte il raggio di Hat-P 32b e sono tra quelle più estese mai osservate.

La fuga di materiali da un pianeta non è un evento raro ed è ascrivibile essenzialmente a due processi: una collisione da cui si sprigionano polveri e detriti oppure il calore della stella che carica di energia l’atmosfera planetaria, facendola disperdere nello spazio. Le code di Hat-P 32 b erano state già osservate in precedenza, ma solo ora è stato possibile fare una stima delle loro dimensioni: il telescopio Hobby-Eberly, infatti, ha permesso agli astronomi di osservare l’orbita completa di Hat-P 32 b, integrando i dati acquisiti da altre ricerche.

Dalle osservazioni effettuate, gli studiosi hanno ipotizzato che la fuga dell’elio da Hat-P 32b sia probabilmente dovuta alla stella che sta facendo ‘bollire’ l’atmosfera: essa in questo modo si espande e riesce a fuggire dall’attrazione gravitazionale esercitata dal pianeta.

Il telescopio Hobby-Eberly, che deve nome a due suoi principali benefattori, è particolarmente adatto per lo studio delle atmosfere esoplanetarie: il suo spettrografo Habitable-Zone Planet Finder è in grado di osservare gli oggetti celesti nel vicino infrarosso e la sua posizione gli permette di scandagliare a fondo la stessa porzione di cielo, compiendo osservazioni su scale temporali molto vaste.

«La nostra scoperta su Hat-P 32b ci può aiutare a capire come gli esopianeti e le loro stelle interagiscano fra loro – ha dichiarato Caroline Morley, secondo autore dello studio – Possiamo effettuare misurazioni di elevata precisione sui gioviani caldi, come questo, e applicare ciò che abbiamo scoperto a una vasta gamma di pianeti».

In alto: simulazione del pianeta Hat-P 32b (Crediti: M. MacLeod-Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics and A. Oklopčić-Anton Pannekoek Institute for Astronomy, University of Amsterdam.